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- Scritto da Flap
Nel mio passato motociclistico amavo molto le moto sportive, prettamente Giapponesi e ovviamente a 4 cilindri.
Un gusto più estetico rispetto alle reali capacità di utilizzare il loro reale potenziale.
Nel mio passato motociclistico amavo molto le moto sportive, prettamente Giapponesi e ovviamente a 4 cilindri.
Un gusto più estetico rispetto alle reali capacità di utilizzare il loro reale potenziale.
Ve la ricordate la canzone del grande Lou Reed? E' una delle canzoni che più rispecchiano la voglia di anticonformismo del rock, con quel testo così dissacrante, nitido e trasparente che racconta la storia da marciapiede e droghe in maniera molto esplicita, con gli occhi di quegli anni 70 così impazziti.
Nà lavàda, nà sùgàda, la par n'anca duperàda*; cosa c’entra con l’inquinamento? Leggete fino in fondo lo scoprirete!
Già, emergenza smog, polveri sottili, il famigerato PM10, oltre il livello di guardia.
Già, quante volte l’abbiamo sentito dire ogni volta che qualche novità, elettronica o no, andava a insidiarsi nel panorama motociclistico.
Lasciamo perdere; il casco e tutte le sue sfumature, tralasciamo l’abbigliamento tecnico e persino il paraschiena che ormai è entrato, fortunatamente, nel corredo “obbligatorio” anche per il motociclista normale.
Così Jonathan Rea ha vinto il terzo titolo consecutivo nella WorldSBK, una supremazia incredibile e con largo anticipo rispetto alla fine del campionato.
Eppure non ci sono stati clamori, lui stesso è un pilota misurato, quasi anonimo quando non è in sella, persino la sua guida non è spettacolare, solo tremendamente efficace.
Finite le vacanze si ricomincia il lavoro, si ritorna lentamente al solito tran tran che la vita ci impone per vivere.
Abbiamo apparentemente meno tempo libero, ma nello stesso tempo siamo bravi a organizzarlo per non farci mancare le cose a cui teniamo.
E anche a questo giro mi viene il dubbio che non solo non vi sia equilibrio nella diffusione delle notizie ma, cosa ben più grave, che non vi sia proprio equilibrio nel giubilo che dovrebbe pervadere gli appassionati di sport motoristici di tutti i livelli.
Se dovessi proprio scegliere preferirei un bel Giallo onirico di Valentina, la protagonista erotica dei fumetti di Crepax e dei telefilm con Demetra Hampton, ma qualcuno dice che su di noi una bella moto ha lo stesso effetto della bell'attrice tra le lenzuola... mi sembra eccessivo, che dite?
"L'importante non è vincere, ma partecipare", frase attribuita al Barone Pierre De Coubertin, che è da sempre il motto delle Olimpiadi moderne.
Insieme anche "Citius!, Altius!, Fortius!" (Più veloce, più alto, più forte), proposto sempre da De Coubertin ma ideato da Henri Didon nel 1894.
Si studiavano da un po’, quegli sguardi sfuggenti che denotano un interesse reciproco con tutto ancora da scoprire.
Poi un giorno i suoi occhi verdi sotto al biondo ciuffo incrociarono i suoi, uno sguardo che ricordano ancora ogni volta che la vita li fa incontrare di nuovo.
Già a cosa serve i cruise control? Secondo la mia logica Italica e con le nostre trafficate strade, poco o niente, salvo lunghi trasferimenti autostradali, sperando che non ci siano i soliti rallentamenti o addirittura coda.
E’ quell’ora in cui di solito sei già nel profondo sonno e Morfeo ti culla con sogni a occhi chiusi.
Non è più ieri, siamo già all’inizio del giorno successivo e la lunga giornata ti ha messo in sella con una stanchezza diffusa.
Basta però schiacciare il pulsante d’avviamento per far si che le piacevoli vibrazioni del boxer risveglino la tua vitalità.
Lo sai, ma non te ne rendi conto finché non vedi foto in cui sei ritratto in tutta la tua follia.
Materializzi davvero che hai preso un vecchio motorino Piaggio, ti sei fatto dare un casco da Caberg e li hai entrambi verniciati di un improbabile colore viola.
Parliamoci chiaro. Il verbo guidare è troppo generico. Attingiamo dalla lingua inglese, dove to drive = guidare la macchina e to ride = guidare la moto. Cavalcare credo per la precisione. Perché, dai su, le due cose sono ben distinte.
Mentre leggete queste righe, sarò probabilmente già a San Francisco.
Cavoli non ci credo nemmeno io! L’America così lontana, un sogno e adesso sto calpestando la terra a stelle e strisce.
In un mondo dove sembra contare chi ce l'ha più lungo o più grosso, a qualunque cosa sia riferito, si dedica invece l'attenzione alle cose brevi.
Corte, veloci da vivere, da guardare o da leggere.
Sette, un numero magico e ricco di simbologia, di significati e, perché no, ricordi.
Sette sono i colori dell’arcobaleno, e dello stesso numero sono i cieli dell’antichità.