Così ecco terminata con successo anche la quarta edizione dello Sterrare è Umano Trophy che ha riempito il centro di Montesilvano (PE).
Cuore pulsante lo spazio antistante il Pala Dean Martin dove è stato allestito un vero proprio village dedicato alle due ruote con esposizione moto, accessori ma soprattutto i test ride che sempre attirano gli appassionati e i curiosi.
Un contorno sostanzioso al piatto forte degli oltre 550 km suddivisi nei tre giorni e dedicati ai quasi 300 partecipanti provenienti da tutta Italia e dall’estero con una buona percentuale tra spagnoli, svizzeri e tedeschi.
Un paddock ricco e rumoroso che ci accoglie già dal giovedì per le verifiche e che si riempie anche di vacanzieri attratti da tanto colorato folklore.
Tocca poi a Simone Romano a voce di tutti gli organizzatori e collaboratori di Sterrare è Umano dare il benvenuto e tenere il primo briefing relativo alla prima tappa della mattina dopo, cosa che si ripeterà anche nei due giorni successivi precedendo la cena comunitaria.
Tre le possibilità di scelta per le tracce da seguire, scelta libera che poteva essere fatta in ogni momento della giornata:
- ON-OFF ROAD SOFT: Giro prevalentemente asfaltato (strade secondarie) con alcune sterrati facili e pianeggianti.
- OFF ROAD DUAL: Traccia ideale per chi ha una discreta dimestichezza in fuoristrada e teoricamente dedicata anche ai bicilindrici come da regolamento FMI.
- OFF ROAD MONO: Traccia perfetto per chi ha un’ottima tecnica di guida in off road.
Noi abbiamo scelto la Dual che ci sembrava quella più alla nostra portata anche se la nostra Honda CRF300L ci ha sicuramente messo a nostro agio in molte situazioni.
Molti tratti in comune tra le tre tracce che però si differenziavano aumentando in crescita il livello di difficoltà.
Per scelta dell’organizzazione, come apertamente dichiarato da Simone Romano, il livello tende a mettere del pepe nei percorsi e quindi alzare l’asticella delle difficoltà che se nella traccia Mono appare scontato, forse, soprattutto nei primi due giorni, nella Dual ci è sembrato davvero impegnativo per chi guidava le bicilindriche a meno di essere davvero esperti.
Se i percorsi e le relative difficoltà e insidie dividevano le opinioni di sicuro tutti sono stati concordi nell’apprezzare i panorami che il territorio abruzzese è capace di offrire.
Il tracciato, dove abbiamo trovato un po’ tutte le situazioni possibili di terreno, dalla sabbia al fango, dai sassi smossi all’erba, ecc. ha permesso di sperimentare diverse situazioni fino al culmine della possibilità di percorrere, nella tappa di sabato, ben tre chilometri subito alla partenza sulla battigia del lungomare di Montesilvano.
Cambi continui di terreno che dalla polvere passava all’insidiosa argilla, mentre l’erba alta poteva nascondere buche e canali invisibili.
Insomma necessaria la massima attenzione per non incorrere in cadute o rotture che potevano mettere in crisi la macchina organizzativa demandata all’assistenza meccanica e medica.
In ogni giornata presenti delle pause ristoro a toccare paesi caratteristici o prestigiose aziende locali così da far immergere i partecipanti nella cultura e nelle usanze, anche culinarie, del territorio.
Tre giorni di sole caldo, forse troppo afoso per la stagione, con tappe di poco è più di 200 km che permettevano a quasi tutti i partecipanti di rientrare per tempo al campo base, con la traccia di domenica di “soli” circa 130 km per permettere a chi arrivava da lontano di rientrare in serata, o notte fonda, a casa.
Un evento dal forte impatto scenico con una scelta di percorsi con difficoltà mediamente più elevare dello standard Adventouring, almeno secondo la nostra personale opinione ed esperienza.
Da qui la presenza di un significativo numero di partecipanti con leggere moto specialistiche.
Vincente l’idea di un punto centrale rappresentato dal paddock e dal Pala Dean Martin da fare da location per i briefing e le cene, vincente anche perché permetteva di non disperdersi dopo l’arrivo creando un’atmosfera comunitaria dove diventa facile allargare e/o consolidare le conoscenze e le amicizie.
Se vogliamo mandare un personale messaggio agli organizzatori consiglieremmo di segnalare durante il briefing i punti più difficili o pericolosi, così che i partecipanti stessi, oltre che coscienti, siano responsabili delle loro azioni.
Già partecipanti che in alcuni casi molto responsabili non si sono dimostrati tanto che molti non hanno rispettato le indicazioni di educazione verso le comunità ospitanti pensando di essere a un Rally mondiale, magari rischiando di cadere e far cadere altri per un inutile sorpasso azzardato. La vera essenza dell’Adventouring è, secondo noi, il turismo in fuoristrada dove si code del paesaggio divertendosi a giocare con il gas… ma del resto non è una novità che di imbecilli è pieno il mondo.
Chiusa da quarta edizione già si pensa alla prossima edizione con una grande novità che potrete poi scoprire sul sito STERRARE E’ UMANO insieme a tutte le iniziative ed eventi del sodalizio.
Un evento dove il pepe ha condito un gusto particolare tutto Sterrare è Umano che non può che migliorare facendo tesoro dell’esperienze e delle osservazioni di chi lo ha vissuto.
DAY BY DAY
Foto di Alessio Corradini e Massimo Di Trapani
GALLERY
LA PARTECIPAZIONE AMOTOMIO
Alla nostra prima partenza in terra di Abruzzo con l’intento di seguire le ragazze del progetto Adventure Riding “Dal Tacco al Tassello” capitanate dal Campione Renato Zocchi.
Quindi la nostra Honda quasi gemella alle loro si è accodata per poi avere il materiale per raccontare la loro esperienza che leggerete nei prossimi giorni su www.amotomio.it
La moto, equipaggiata con accessori Acerbis, Ariete e Enduristan, è una certezza con la sua semplicità e maneggevolezza dove anche le Gomme Bridgestone Battlax Adventurecross AX41 si sono dimostrate all’altezza.
Il caldo ci ha fatto scegliere il leggero abbigliamento da fuoristrada sotto cui nascoste c’erano le comode e valide protezioni Off-Road di Zandonà.
Ai piedi i robusti stivali Alpinestars Tech7 Enduro e alle mani guanti Clover compagni di mille avventure.
A proteggere gli occhi la sempre apprezzata Maschera Ariete 8K, mentre sotto di questa i nostri occhiali da vista Emblema Universal
Dopo anni di Garmin siamo riusciti a far provare a Flap il lato oscuro di Osmand in questo caso tramite i Tablet X70 di Hugerock che ci accompagneranno per tutta la stagione.
Nella prima giornata ci siamo in qualche tratto trovati in difficoltà, ma la fatica è stata ricompensata dai bellissimi panorami, il secondo giorno con panorami più chiusi e tratti da guidare con ancora qualche difficoltà e qualche insidia, mentre il terzo giorno è stato quello che ci è piaciuto di più con un percorso alla portata di tutti seppur non banale e con scorci che sia privano a far godere gli occhi.
Questo un nostro giudizio che spesso è andato in completo disaccordo con quello di altri, ma del resto ognuno giustamente ha la sua moto, il personale stile e capacità di guida e soprattutto il proprio gusto individuale.
Ora non ci resta che prepararci per la 1000 Sassi…
ABBIAMO USATO
Honda CRF300L con accessori ARIETE, ACERBIS e pneumatici Bridgestone Battlax AX41 - scarico completo GPR Exaust System. - Borse, anteriore e posteriore, di Enduristan. - guanti Airtouch-2 - stivali Alpinestars Tech7 Enduro. - Casco LS2 X-Force - Maschera Ariete 8K - occhiali vista/sole Emblema Universal. - Protezioni Zandonà con i suoi prodotti – Tablet Hugerock X70,