Casa dolce casa, il salone internazionazionale del Motociclo, per gli amici EICMA, è andato in soffitta, l'aria ormai familiare della fiera di MIlano, si mischia alla sorpresa dei nuovi modelli di moto, Ducati, MV Agusta, Triumph, Harley-Davidson, Suzuki, Kawasaki, Honda, Benelli, Indian, Moto Guzzi, tante davvero le novità di questa fiera, la più importante... la passione.
La passione è sempre una novità, inutile raccontarsi che è sempre quella, rinasce a primavera, o durante il salone, quando alla vista di qualche nuovo modello ri risveglia anche quell'insana voglia di mettere mani al portafogli, e in un'epoca pluralista come quella attuale è davvero difficile che qualcuno esca a bocca asciutta. La fiera di Milano ha ormai il profumo di casa, abbiamo imparato a conoscerla, ad apprezzare i chioschi lungo il viale che promettono ma difficilmente mantengono, il sapore del caffè bruciato nei bar dei padiglioni, le tante strette di mano a facce ormai conosciute, e un “siamo in ritardo” dal collega che distrae da una sensuale creatura, meccanica o in carne ed ossa.
Quello che resta identico sono le luci scintillanti di questa fiera, più patinata della sanguigna Verona, ha comunque tanta passione da dare, a partire dalle conferenze di presentazione in pompa magna che regalano il brivido del telo sollevato da belle fanciulle, dove qualche volta la miglior attrazione sono le belle fanciulle, ma quest'anno ce n'è stato per tutti i gusti. Questa è un'epoca di mezzo, molto pluralista, dove alcune case si sono accorte che i classici segmenti non monopolizzano più a fasi il mercato, se le enduro turistiche, le viaggiatrici, tengono ancora in pugno il mercato, non c'è più il monopolio di qualche anno fa, c'è voglia di qualcosa di diverso, qualche "dirty" bike dalle ricercate linee sport che, come la stupenda Indian FTR1200, o come le raffinate e aggressive linee delle nude di MV Agusta, siano sempre riconoscibili. C'è voglia di sportive comode, come il nuovo CBR650R di Honda, o di proiettili da pista di ultimissima generazione come la nuova Panigale V4 o la nuova BMW S1000RR. C'è voglia di non una moto che assomiglia alla propria anima motociclistica, e non il contrario.
Insomma qualche anticipazione di quello che si è visto ve l'ho data, il problema sarebbe elencarle tutte, speriamo nei prossimi giorni di riuscire a pubblicare tutte le informazioni delle varie case sui diversi modelli, ma non sarà cosa facile vista la quantità di roba buona vista a EICMA.
MOTO DA SPARO
Cominciamo dalla categoria che da sempre ha il mio maggior apprezzamento, le sportivone, le moto “ignoranti” per numero di cavalli buttati sull’asfalto. Il grande annuncio era quello della Ducati Panigale V4 R, la moto in versione finale e definitiva per il campionato Superbike che da quest’anno sarà davvero la sostituta della ormai iconica bicilindrica sportiva di Borgo Panigale, e il termine iconico, che fa un po’ rima con “storia”, è quello forse più corretto. Lo stand Ducati ha volutamente messo in evidenza che la bicilindrica è ormai storia, le uniche due sopravvissute della vecchia scuola messe un po’ di lato, mentre il gruppo delle nuove V4 faceva bella mostra di sé. 998cc preso dalla Desmosedici stradale, V4 a 90°, 221cv a 1520 giri, sono il biglietto da visita di questa Panigale, unica anche nella fisionomia data dallo schema con motore come elemento portante del telaio.
La sua ingombrante presenza ha messo un po’ in ombra le altre 1000 che si sono presentate in versione speciale, o nuova, come la BMW S1000RR, tutta nuova e così importante per la casa bavarese, da scegliere un rientro ufficiale nel mondiale Superbike assoldando un campione del mondo in cerca di stimoli come Tom Sykes. La nuova sportiva tedesca veste più attillato, il cupolino asimmetrico ha lasciato spazio ad un design più tradizionale ma moderno, nuovo il telaio, il motore, la strumentazione e la dotazione elettronica, con 207cv a 13500 giri, meno estrema e più stradale della Panigale pronto pista, sarà la base per il ritorno dell’ellica in pista. Anche Aprilia non è rimasta a guardare, la sorpresa è stato sicuramente il prototipo della RS660, prossima bicilindrica sportiva di Noale, ma anche il purosangue di casa, la RSV4, ha visto qualche piccola modifica, il motore passa a 1100cc portando la potenza a 217cv, una vera bomba che per ovvie limitazioni non potrà gareggiare in Superbike. Accanto a queste primizie, imbottite di elettronica di ultima generazione e di chincaglierie da generazione millennium, ci sono le versioni speciali di altre case, come la Yamaha R1-M in colorazione e allestimento Endurance.
ENDURO DA VIAGGIO
Passando alla categoria viaggiatrici qualcuno potrà pensare che EICMA è stato dominato dalla nuova versione della BMW R1250GS, che nella nuova versione adotta l’albero a fasatura variabile, ma la grossa bavarese cambia per non cambiare, nel senso che BMW sa come rendere più moderna la sua classica, senza disorientare i suoi estimatori, che sembrano non calare mai, anzi. Tra le nuove che avanzano, preso atto che nella cilindrata “bombardoni” non c’è trippa per gatti, arrivano due novità vere, annunciate lo scorso anno, ma arrivate in versione definitiva quest’anno.
Parliamo della Moto Guzzi V85 TT, Tutto Terreno, la nuova endurona di media cilindrata nata a Mandello del Lario, che spicca per un design che ricorda le dakariane di fine anni 80, semplici e un po’ roadster, ma con l’aggiunta di quel tocco di modernità da buon designer. Spicca il gruppo ottico con il doppio faro e l’aquila incastonata, il grosso serbatoio da deserto, e il resto delle parti pulito da sovrastrutture. Il bicilindrico trasversale, vero marchio di fabbrica, fa il resto. Gli fa eco Yamaha con la Ténéré 700, che come promesso mette in produzione la sua dakariana vera, l’estetica è da moto da gara, il suo motore da 700cc promette leggerezza e agilità, e tutta la moto sembra appena atterrata dall’ultima gara nel deserto. E’ una moto per amanti delle lunghe traversate, una moto che forse molti attendevano per i ride che oggi sono caratterizzati dalla ricerca di vecchie glorie, semplici e leggere, come le enduro di inizio anni 90.
CUSTOM e DIRTY BIKE
Non lasciatevi fuorviare dal titolo di questo paragrafo, nelle dirty bike, e nelle custom da sempre terreno per gente poco raccomandabile, ci sono alcune delle novità più succulente, e diverse, di questo EICMA. Nascono qui le moto che vogliono uscire dagli schemi, moto dalla forte personalità e dall’anima quasi solitaria del motociclista che non vuole assomigliare a nessuno. E’ il caso di quella che reputo una delle moto più belle e interessanti dell’EICMA, la nuova Indian FTR1200, nata dall’esperienza delle corse nel flat-track, la moto made in USA soffre di una personalità davvero importante. Se il marchio richiama le moto del passato, la dotazione della FTR1200 è tutta moderna, dalle pinze radiali brembo, al forcellone con il mono, telaio a traliccio, strumentazione a dashboard e motore bicilindrico modernissimo. La rivale di sempre, Harley-Davidson, risponde con due proposte innovative, la prima, la principale, è la Livewire, l’interpretazione delle nuove moto green, elettriche, del marchio che affonda tutto il suo mito nel baccano e nella maleducazione, un progetto criticato da molti, ma coraggioso e visionario al punto giusto. Insieme alla Livewire arriva il nuovo modello FXDR 114, la prima Harley-Davidson ad adottare forcellone e mono al posteriore in stile moderno, come moderne sono le linee che adotta questo modello, diventando davvero il prototipo ideale di custom moderna, anche se già la Triumph Bobber ci aveva stupito con la stessa soluzione, ma n estetica più classica.
Triumph che non si fa mancare una bella scrambler in perfetto stile british, derivata dalle classiche Bonneville adotta un’estetica più scanzonata e giovane, ma senza abbandonare il perfetto stile che la rende tanto riconoscibile. Poi arrivano i modelli che vogliono farsi notare per la particolarità delle linee, dello stile che non c’è, ci pensa Suzuki con la rievocazione di un modello storico, la Katana, tornata con una rivisitazione delle linee in chiave aggiornata così come la dotazione ciclistica e motoristica, adottando un motore molto caro agli sportivi di Hamamatsu, quello del GSX-R1000 K5. Altra moto fuori dalle convenzioni, tema molto caro a Husqvarna, è la nuova Svartpilen 701, anche lei ispirata al flat-track è una moto svelta e snella, con linee insolite alle quali la casa svedese (ex) ci ha abituato.
IL BELLO DOVE NON LO ASPETTI
Molte altre le moto erano pronte ad attrarre lo sguardo, il piatto di questo EICMA era davvero ricco, e nel box ci potrebbero finire davvero tante cose. Una menzione speciale da parte mia va ad una moto che in pochi avranno notato e quindi condivideranno, parlo della Honda CBR650R. Per i vecchi cilindri come il mio cuore da motociclista il concetto di questa sportiva è un ritorno ai primi anni 2000. Sportiva si, ma non estrema, seduta lineare non troppo caricata, ma si parla comunque di semimanubri, non rialzati. Sportiva vera, bel forcellone al posteriore, pinze radiali, scarico corto, 95cv per 204kg, forcella Showa, dashboard a colori, carena, codino e cupolino da moto che ti chiede di farci una puntatina in pista, oltre che a mangiare i tornanti di montagna, ma che soprattutto ti invita ancora a partire per un viaggio, un viaggio da motociclisti sportivi, senza paure di fatiche disumane dopo una giornata in sella. Un grande ritorno. E’ davvero un’EICMA di grande sostanza.
UN CAPITOLO SPECIALE
Un capitolo a parte va dedicato a MV Agusta, il suo stand somiglia sempre di più ad un incrocio tra un concessionario Lamborghini, solo pazzie scintillanti, e la notte proibita al lunapark di Playboy. Ogni modello è caratterizzato da un design unico, stupefacente, ricco di particolari che solo i migliori designer possono disegnare, ma le versioni speciali mandano davvero fuori di testa. La Brutale Oro, eletta moto più bella dell’EICMA, la F4 Claudio, le versioni RC dei vari modelli, la Dragster America, ogni versione presenta chicche che non si trovano su nessuna altra moto, come ad esempio il carbonio incrociato con fili di un colore particolare, oro per la Brutale Oro o rossa per la F4 Claudio. Non mancano alcune primizie importanti, come il sistema Smart Clutch System che permette sulla Turismo Veloce di escludere completamente l’uso della frizione, oppure il nuovo concept Superveloce 800 che veste una MV Agusta assolutamente moderna con un vestito retrò che ricorda le moto degli anni 60, un progetto coraggioso mirato a riscoprire quelle moto coraggiose che vincevano con Agostini i campionati del mondo.
Fiera che si chiude con il pensiero al portafogli, le case stanno cercando sempre più di coprire un range molto ampio di offerta, con moto da mille e una notte, e moto dal costo molto più abbordabile ma che offrano una dotazione di tutto rispetto, sufficienti per rendere viaggi e uscite settimanali divertenti e con quel po’ di personalità che basta. In tutto questo la propria parte la sta facendo la spinta di alcune case dell’estremo oriente, o naturalizzate, come Benelli o Royal Enfield, che con le loro cilindrate medie iniziano seriamente a strizzare l’occhio all’occidente che non vuole rinunciare alle due ruote, ma qualche volta è disposto a rinunciare ad un po’ di cavalli. Oggi specialmente che alcune linee, spartane o retrò, sono sinonimo di “trendy”.
Altro da dire? Si, il premio per le fanciulle più provocanti del salone va… ancora a Suzuki, la casa di Hamamatsu ha una certa predilezione per la provocazione, non merita un applauso?
E a voi cosa è piaciuto? Buona moto a tutti.
Wolf
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