Categoria: Sport

Un altro poker per Toprak Ragzatlioglu, che ha trasformato la BMW M1000RR in una macchina ammazza campionato, ma lungo la pit-lane imperversa la polemica sul regolamento.

Da quando è nata la Superbike deve combattere per trovare il suo equilibrio regolamentare, sono ancora vividi nella memoria gli anni in cui la casa di Borgo Panigale correva con la biciclindrica, e per pareggiare la cavalleria delle quattro cilindri giapponesi si doveva ricorrere a calcoli ingegneristici per creare la formula empirica della parità. Anche gli ultimi anni hanno visto le case fronteggiarsi su centraline, blocco dei giri, pesi, ma dopo tanta scienza basta un piccolo contrappeso caricato da una parte, che tutto sballa e scivola da una parte.

Alvaro Bautista a Most

Così la stagione trionfale di Ragzatlioglu diventa già tema di dibattito, il turco stacca tutti alla partenza e arriva in fondo con distacchi importanti, come faceva lo scorso anno Bautista, e allo stesso modo si cerca già di capire come arginare l’ammazzaspettacolo, il dominatore. Rifiuta questo modo di operare Bautista, che si è visto zavorrare la sua Panigale, come lo rifiutava Jonathan Rea che a suo tempo si vide azzoppare la Ninja perché vinceva troppo. Ma l’equilibrio “alla MotoGP” non potrà mai esistere in un campionato fatto di moto costruite con filosofie diverse, destinazioni diverse, dna diverso. Ma dovremmo riaprire una polemica già discussa sulle nostre pagine, di quale errore, e danno, sia stato bloccare le elaborazioni delle Superbike portando così le moto pronto campionato nei concessionari.

Le baruffe regolamentari della Superbike: errori sommati ad altri errori?

La verità è che il talento cristallino di Toprak era già evidente da molto tempo, gli serviva solo una moto che si facesse strapazzare con abbastanza cavalleria da reggere il confronto con la Panigale, e BMW gliel’ha messa a disposizione. Bautista reggerebbe il confronto senza il peso regolamentare aggiuntivo? Difficile a dirlo, io voterei oggi stesso per liberarlo dalla zavorra e dare il via allo spettacolo vero, ma per ora pare difficile annullare una norma ad personam dichiarando apertamente di aver preso un abbaglio. 

Nicolò Bulega a Most

Tre gare quasi fotocopia, in Gara1 Toprak scappa subito, mentre nella Superpole Race e in Gara2, Toprak si deve impegnare qualche giro per sbrigare la pratica di un sempre ottimo Nicolò Bulega. E’ in Gara1 però, che il passare dei giri riserva qualche piacevole sorpresa, infatti sono quei due vecchi e simpatici guasconi di Petrucci e Iannone a bruciare tutti i contendenti e piazzarsi stabilmente alle spalle di Toprak.
In Gara2 invece BMW ha un sussulto, una specie di premonizione di dominio completo, quando vede Michael van der Mark combattere per qualche giro per il podio, ma alla fine viene fagocitato da un ottimo Bulega e un buon Locatelli.

Toprak troppo distante a velocità curvatura: chi getta la spugna?

Se qualcuno però pensa che in casa Ducati, o Yamaha, si siano arresi non ha ben chiaro la grinta di Alvaro. La Superbike ha deciso la direzione regolamentare, e nel dopo gara, dopo un week end pessimo con due cadute, ha ribadito che vuole tornare a vincere con questa Ducati, peso o non peso.  Non molla di certo il giovane Bulega, oggi vicerè Ducati e saldamente secondo in classifica. Peccato solo per un paio di vecchi e simpatici piloti italiani che corrono su delle Ducati clienti… quella ufficiale la vedrebbero bene sotto il loro sedere.

Alex Lowes e Andrea Iannone

Gare come queste sicuramente consacrano un grande talento come Toprak, ma ammazzano lo spettacolo. Non bastano le scaramucce nelle retrovie, serve rivalità per la vittoria per creare suspense e attirare l’attenzione del pubblico. Chissà quale diavoleria partorirà l’organizzatore, se sarà un altro pasticcio da sommare, perché anche la mossa di lasciare la limitazione dei giri e bloccarla a inizio campionato… beh non è stata una grande idea.

Prossimo appuntamento è con la MotoGP tra due settimane a Silverstone, vacanze finite per la nobiltà motociclistica.

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