Le canzoni offrono sempre grandi spunti per parlare di mille cose, ma è normale, le canzoni nascono dalla vita, quelle belle, quelle che ti fanno pensare, e quindi anche questo “siamo solo noi” non potrebbe essere diverso.
I ragazzi di domani vivranno quella che noi ostinatamente osteggiamo, la rivoluzione elettrica, come se fosse la normalità, come se fosse l’ovvio. Guarderanno e vivranno le rumorose e puzzolenti moto scoppiettanti come i ragazzi di oggi guardano il giradischi, come un oggetto da collezione vintage, un oggetto così bello che molti di loro ne faranno un culto, qualcosa da avere, qualcosa a cui appassionarsi, ma non un vero mezzo da tutti i giorni.
Ma “saremo ancora una volta solo noi” ad avere l’occasione di vivere questo cambiamento, di assistere come ad un fermo immagine alla transizione tra il vecchio e il nuovo, forse tra l’anima analogica e quella sintetica, ma saremo ancora noi che abbiamo assistito ai grandi cambiamenti tecnologici, tanti quanto le generazioni precedenti non hanno avuto occasione di guardare, dal giradischi al CD fino ad arrivare allo streaming, dai proiettori a pellicola alla videocassetta passando ai dvd fino al 4k digitale, dal medico condotto alla telemedicina, dal telefono a rotella sul mobiletto di casa allo smartphone nell’orologio, dalla mitica TV Radiomarelli senza telecomando alla TV in tasca, dai primi canali privati alla TV satellitare, dal negozio sotto casa allo shopping online, dalle auto analogiche a quelle che evitano gli ostacoli, dal polso intelligente al controllo di trazione, e chissà quante altre cose. E’ stato un treno che correva velocissimo mentre fuori tutto fuggiva via, ma ne abbiamo viste tante passare via.
Va bene, alcune non sono certo che siano state così positive, alcune sono sicuramente discutibili al motto di “si stava meglio quando si stava peggio”, ma mio nonno anche in vecchiaia quando uno rimpiange la gioventù ha sempre detto che era una gran balla.
Siamo solo noi che vedremo anche questa nuova rivoluzione elettrica, siamo solo noi che ricorderemo le prime pesanti auto cariche di batterie e le confronteremo con quelle che tra qualche anno avranno batterie grandi come quelle che oggi servono a farla partire. Possiamo dichiararci integralisti quanto vogliamo, possiamo ammirare l’arte della meccanica in un bellissimo e monumentale motore tradizionale, ma alla fine… andremo ancora e sempre in moto, perché è quando stai in equilibrio precario su due ruote a 100 all’ora che l’anima sorride.
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