Leoncino Trail è la versione “all terrain” della bicilindrica della Casa di Pesaro.
Leoncino, vezzeggiativo del grosso felino, un nome che infonde simpatia e che ben si associa alla Benelli che riprende lo storico nome delle moto uscite negli anni ’50 dagli stabilimenti Pesaresi.
Eredità che si evidenzia grazie al leoncino stilizzato sul parafango anteriore.
Questa Benelli Leoncino 500 Trail non incute terrore, anzi inspira confidenza fin dal primo approccio visivo e lo conferma appena saliti in sella con una facilità di guida imbarazzante.
Piacevole a passeggio e nel traffico, ottima compagna quotidiana, però capace di tirare fuori le unghie del felino quando ci si vuole divertire con una potenza discreta che cresce con il salire dei giri.
Non aspettavi estrema cattiveria da questo bicilindrico da 500 cc, ce n’è abbastanza ma non troppa; graffia sopra gli 8000 giri questo Leoncino ma lo fa in maniera prevedibile e sempre controllabile anche per un neofita.
Un gattone selvatico che non tradisce il pilota, anzi lo mette a proprio agio in ogni situazione.
Non urla, lo scarico è corposo ma educato, e tutto è sotto controllo con comandi a pedale e al manubrio ben posizionati.
Insomma un’impressione positiva che avevamo già avuto con il Leoncino Stradale.
Difficile al primo colpo d’occhio distinguere il Leoncino Trail dalla versione “Stradale” infatti, di fatto le differenze si limitano a diametro e tipo delle ruote e sospensioni con più escursione.
In realtà gli occhi più attenti noteranno anche i dischi dei freno con profilo a margherita e un diverso disegno della sella, ma comunque la moto nel complesso è quasi gemella, o meglio una gemella diversa.
Piccole differenze che però cambiano sostanzialmente la guida dell’ottima media di Benelli.
Partiamo dalle ruote tassellate, con cerchi in lega di alluminio con raggi in acciaio, da 19” all’anteriore e 17” al posteriore con pneumatici da 110/80-R19 e 150/70-R17 ( Diametro 17” per le ruote in lega della “stradale” con gomme 120/70 e 160/60)
Questo porta a una maggior inerzia nelle curve che diventano più rotonde e una maggiore direzionalità sul dritto.
Rimane sempre ottima la confidenza in tenuta grazie alle ottime Metzeler Tourance, montate sulla moto in prova, capaci comunque di regalare quel look scrambler con il loro disegno moderatamente tassellato.
La moto è più alta di sella, complice anche la forma della stessa, ma soprattutto per le sospensioni con una maggior escursione che permettono un uso adeguato nel fuoristrada leggero.
Reparto sospensioni, che prevedono all’anteriore una forcella upside-down con steli del diametro di 50 millimetri che rispetto alla versione stradale è regolabile nel freno in estensione e ha un’escursione maggiorata di 135 mm (anziché 125 mm).
Al posteriore è presente un forcellone oscillante con monoammortizzatore laterale ed escursione da 55 millimetri (anziché 45 mm come sulla versione stradale), con quindi un’escursione totale della ruota posteriore di 138 mm (anziché di 112 mm).
Una posizione di guida più eretta, decisamente più off-road, che restituisce una maggiore confidenza e padronanza del mezzo, complice anche le dimensioni raccolte della moto e il peso non eccessivo, che nonostante si attesti sopra i 200 kg appare molto inferiore.
Un bel manubrio piega bassa con tutti i comandi a portata di mano e intuitivi: davanti un quadro strumenti completamente digitale, semplice, ma completo, con tutte le informazioni necessarie e anche oltre, compreso il comodo indicatore di marcia inserita.
L’impianto frenante permette una frenata pronta e vigorosa all’avantreno e ben modulabile al posteriore: prevede all’avantreno un doppio disco da 320 millimetri di diametro, con pinze flottanti a due pistoncini e al retrotreno un disco di 260 mm di diametro ed una pinza a singolo pistoncino.
Naturalmente è presente l’ABS, mai invasivo e ben a punto, escludibile per l’uso in fuoristrada.
Il Telaio è identico per entrambe le versioni con un traliccio in tubi d’acciaio a vista, la cui parte terminale è nascosta sotto il serbatoio.
Identico anche il motore da 500 cc, bicilindrico quattro tempi, raffreddato a liquido, con una potenza di 48 CV disponibili a un regime attorno ai 8500 giri.
Si guida bene in ogni situazione, basta non esagerare, quando l’andatura sale si sente la mancanza di una protezione aerodinamica, ma fino alle velocità codice la situazione è accettabile.
Ottima sul misto e in città con un motore sempre pronto, peccato il ridotto angolo di sterzo che penalizza nelle manovre più strette e da fermo.
Moderno il reparto luci con luci e frecce full LED dal disegno attuale; molto scenografico il faro anteriore che nella vista laterale richiama in qualche modo quello del “Nonno” di sessant’anni fa.
Decisamente anonima la colorazione grigia in prova, ma viene proposto anche un grintoso nero e un bel classico rosso che è il nostro preferito.
Buono anche lo spazio per l’eventuale passeggero con pedane ampie e ad altezza corretta.
Ci siamo innamorati di questo Leoncino, non fa urlare al miracolo, non scatena scariche di adrenalina, ma regala piacere di guidare riscoprendone il gusto e il piacere anche senza andare forte.
Benelli Leoncino Trail in versione “all terrain” della bicilindrica della casa di Pesaro è proposto al prezzo di € 5990,00 f.c. niente male come rapporto qualità prezzo.
Tutti dati tecnici e la gamma sul sito di BENELLI che ringraziamo per la moto in prova.
Abbiamo usato: Caschi Bell e Tucano Urbano – Giacca PMJ District – Stivali Sylmartin Rocket - Pantaloni Tucano Urbano Leocargo – Guanti Tucano Urbano Bob skin – Maschere Ariete Mudmax - Paraschiena Clover – Intimo SIXS
Foto di Carlo Flaminio
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