Guardo il frontale possente in metallo di questa Harley-Davidson Fat Boy 114 e subito la memoria corre al film Terminator 2: quella in cui Arnold Schwarzenegger cerca di proteggere il giovane John, figlio di Sara Connor, dalle ire del T1000, scappando in sella a una Harley-Davidson Fat Boy, mentre il cattivo del film li insegue minaccioso a bordo di un maxi truck tutto nero.
Quasi trent’anni sono passati tra i due modelli, quello guidato dall’Attore era il modello del 1991, eppure, seppur con le ovvie differenze di una costante evoluzione, il family feeling è evidente.
Forse le similitudini in realtà si fermano qui e alle ruote lenticolari di grandi dimensioni, eppure con questo modello Harley-Davidson ha fermato il tempo, o forse l’ha solo reso presente.
La Fat Boy 114 MY 2018 fa parte della rinnovata gamma Softail dotata di un motore, il classico bicilindrico a V longitudinale di 45°, da ben 1868cc di cubatura, con raffreddamento misto aria/liquido.
In sostanza il raffreddamento delle testate è servito da un radiatore ben celato tra i tubi anteriori del telaio.
Questo si tramuta in una muscolosa coppia (155 Nm) che spinge vigorosamente questo ragazzone sovrappeso facendoci aggrappare al largo manubrio quando si esagera con il gas.
La potenza diventa un dato secondario, ma comunque i circa 90 CV ci sono decisamente tutti, anche senza insistere, inutilmente a tirare le marce, anzi.
Si pensi che a 100 km/h siamo a circa 2000 giri/min. e si viaggia in surplace galleggiando sui generosi pneumatici.
Un’altra caratteristica di questo modello è proprio l’esagerata larghezza delle gomme, dove all’anteriore abbiamo una misura (160/60 – 18 ) che solo fino a qualche anno fa era riservata alle sportive…ma al posteriore.
Dietro invece la gomma è da record con un 240/40-18 che farebbe invidia a molte auto di grossa cilindrata.
Questa gommatura si ripercuote sulla guida che non è così leggera e svelta, costringendo a una guida di forza in curva: in realtà più una sensazione a cui farci l’abitudine, dopo un po’ di chilometri presa l’adeguata confidenza la guida diventa più immediata.
La sensazione di tenuta è mostruosa, ma non aspettatevi agilità e pieghe estreme, per la prima condizionata dalla ciclistica lunga, dal peso e dalla sezione delle gomme , la seconda dal ridotto spazio a terra prima di strisciare le grosse pedane.
Le manovre da fermo sono facilitate dal largo manubrio e dalla ridotta altezza sella (675 mm) che fanno percepire meno degli oltre 300 kg di questa Fat Boy.
Più che un FAT Boy a noi ha dato la sensazione di Muscle Boy, grossa, ma possente, massiccia, forte.
Grosse ruote lenticolari insieme al poderoso frontale con gli steli forcella di grosse dimensioni e le abbondanti misure di serbatoio e parafanghi: tutto che dà imponenza e forza, contrapposta all’eleganza di una moto che rispecchia canoni classici.
Strumentazione ridotta a un tachimetro analogico che incorpora tutte le spie e un piccolo display digitale con le informazioni del computer di bordo.
Un moderno e innovativo faro a LED è integrato nello scenografico frontale, mentre al posteriore tutte le luci, targa esclusa, sono inserite, come abitudine HD degli ultimi anni, nelle classiche frecce rotonde.
Stabili gli specchietti che permettono una buona visuale alle spalle e pratici i comandi a manubrio, un po’ meno quelli a pedale che costringono a spostare i piedi dall’appoggio delle ampie pedane, questione di abitudine e nell’uso di viaggio il ridotto uso del cambio non ci fa soffrire.
Cambio non velocissimo e con qualche difficoltà a caldo nella ricerca della “folle”, c’è da dire che nei giorni della prova il caldo era davvero esagerato con ripercussioni sicuramente anche sulla fluidità dell’olio.
Ciclistica massiccia e ben piantata a terra con sospensioni abbastanza rigide, regolabili facilmente al posteriore tramite un’apposita manopola sul fianco destro.
La sella è comoda per il pilota e con un buon sostegno lombare in accelerazione, anche se la posizione è carica sulla schiena e stancante se non si è abituati.
Meno regale la posizione dell’eventuale passeggero che può contare su una superficie non troppo ampia e con un semplice cinghietto a cui aggrapparsi, se non al pilota stesso, però sicuramente nell’ampio catalogo dell’after market senza dubbio c’è qualcosa per soddisfare il fondoschiena della compagna.
La frenata è affidata a due dischi di grosse dimensioni, uno anteriore e uno posteriore, serviti da un ABS mai invasivo, che permettono arresti adeguati alla mole della moto.
In realtà, se non in caso di necessità, l’uso è limitato grazie al robusto freno motore e a una guida ideale che consiste nel lasciare correre la Fat Boy sfruttando con massimo godimento che la coppia di questo bicilindrico di Milwaukee sa regalare.
Silenziosa ed elastica la trasmissione a cinghia dentata che oltre ad essere pulita è anche priva di manutenzione.
Anche se molti puristi inorridiranno per la mancanza delle famose “Good Vibration” su questa evoluzione del motore con 4 valvole, monoalbero e doppia candela, infatti, c’è una riduzione di circa il 75% delle vibrazioni grazie al un contralbero interno, meno fascino per alcuni, più confort per molti.
Il grosso serbatoio è capace di 18,9 lt che permettono una percorrenza di circa 300 km, non male per un quasi 2000 di cilindrata, ricordatevi però quando fate benzina di usare il tappo di destra, il sinistro è solo scenografico.
Un robusto ragazzone sovrappeso questa Fat Boy, capace di dare soddisfazione con le sue qualità e di non farvi passare inosservati, se siete timidi questa moto non fa per voi.
Moto in prova grazie a Harley-Davidson Italia
Grazie a Carlo Flaminio per le foto e a Max del Bar “La Baracca” (Ponte delle barche – Bereguardo (PV) per l’uso dei locali
Abbiamo usato: Giacca Clover Rebel – Pantaloni PMJ Legend – Stivali Stylmartin Cruise – Guanti Clover Tazio – Casco Caberg Freeride – Maschera Ariete Feather
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