Le sorprese sono sempre dietro l'angolo, ma quest'anno potrebbe davvero non essere quello di Marc Marquez, il condizionale è d'obbligo quando si parla di un ragazzo così determinato.
L'incidente al campione del mondo della MotoGP non è stata certo un esordio positivo, ma abbiamo assistito a recuperi molto veloci in MotoGP ad infortuni molti brutti. Nell'incidente dopotutto Marquez aveva goduto della sua solita buona dose di fortuna, l'infortunio non ha creato lesioni al nervo, il tutto quindi si limitava alla ricomposizione della frattura. Purtroppo un incidente domestico ha causato la rottura della placca, quindi una seconda operazione ha di fatto allungati a tempo indeterminato la sosta di Marquez, sosta che più si prolunga più darà modo agli avversari di allungare in classifica. Un paio di gare Marquez le avrebbe potute recuperare a suon di vittorie, ma le gare passano, e per quanto gli avversari si stiano dimostrando inconsistenti, la questione inizia ad essere difficile.
La Honda intanto naviga nelle retrovie, con prestazioni incolori di Marquez, Alex, e di Crutchlow, precipitato con la moto in versione 2020 in posizioni davvero scomode. Unico a dare qualche segnale è Nakagami, su cui Honda sembra stia puntando più che sugli altri due piloti, ma vedremo solo nel giro di qualche gara se l'exploit di Stiria era solo uno sprazzo o qualcos'altro.
La domanda è: ma Honda davvero si può permettere di pagare quattro moto e piloti, avendo una sola alternativa? Vista così Honda è una moto da centro classifica, mentre i titoli incassati direbbero altro. Ma di questa cosa si discute da anni, mentre Honda tira dritto per la sua strada.
Intanto nasce un pericolo anche per gli altri team, l'accoppiata Marquez-Honda resta il punto di riferimento da battere in pista, fuori l'accoppiata c'è il pericolo che le case prendano un punto di riferimento errato e pensino di aver sviluppato una gran moto, come per esempio KTM, per poi ritrovarsi al rientro di Marquez magari a prendere un po' di decimi sul giro.
Michele Rubin (Wolf)
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