Andrea Dovizioso Austria
Categoria: Sport

Scampato disastro in Austria, la MotoGP trema e scampa una tragedia per pochi millesimi di secondo, Valentino Rossi ringrazia chi lo protegge in cielo, ma Andrea Dovizioso abbassa la mannaia sulla testa Ducati.


La gara di MotoGP in Austria sancisce sicuramente una cosa, da oggi Valentino Rossi inizia la sua seconda vita, graziato dai Santi e dalla fortuna, potrà andare tra le genti e testimoniare che i miracoli accadono. Un episodio come quello visto a quasi dell’incredibile, due moto che carambolano a 300km orari come proiettili, proiettili da 160 chili, la prima che passa tra le moto di Rossi e Vinales distanti due o tre metri l’una dall’altra, e la seconda, quella di Zarco, che passa davanti alla moto di Rossi quando il pesarese pensava ormai di aver incassato il jackpot. Un episodio che farà il giro del mondo e verrà rimandato centinaia o migliaia di volte, qualcosa di simile visto in chissà quanti film d’azione, ma questa volta è tutto vero e non ci sono controfigure, è tutto dannatamente vero. Una dose di fortuna che capita raramente e che accompagnerà forse per molto tempo i sogni, o gli incubi, di Valentino Rossi. Mamma Stefania, che con gli incidenti di casa Rossi ha già avuto a che fare, credo rimprovererà per parecchio tempo al figlio che il tempo di giocare con le motorette è finito, ma la tempra di Valentino è tutta lì, è in quel gesto di ripresentarsi sulla griglia, con quella psiche forte che gli ha permesso di superare momenti brutti e di contrastare tanti campioni.

Valentino Rossi moto Morbidelli


IL FRANCESE PAZZO


Il responsabile di tutto è il solito Johann Zarco, duro in pista come solo Marquez sa essere, ma a differenza del campione del mondo incapace di non oltrepassare quel limite dove le cose si possono trasformare in tragedia. Come molti altri anche noi continuiamo a credere che l’episodio di Brno non fosse da sanzionare, Pol Espargaro ha dimostrato anche oggi una certa inclinazione al largo e rientro cieco, ma il francese che potrebbe essere la nemesi di Marquez nel corpo a corpo, riesce troppo spesso a mettere in dubbio la sua capacità di discernere tra limite e oltre il limite. Andando largo alla curva due e frenando davanti a Morbidelli a 300km orari, non per danneggiarlo come da molte dichiarazioni, ma per chiudere una manovra davvero al limite senza salvaguardia per gli altri piloti, dice molto della testa del pilota francese. Raramente si sono sentite dichiarazioni così aggressive e punitive nei confronti di un pilota, Morbidelli lo chiama “mezzo assassino”, Aleix Espargarò dichiara “che è sempre in mezzo” agli incidenti ovviamente. Ora resta da attendere se ci sarà una reazione della Direzione Gara, quella invocata da Valentino Rossi. L’unica cosa positiva è che in un episodio di questa gravità, nessuno si è fatto male seriamente, ha dell’incredibile.

L’altra faccia di questo MotoGP d’Austria invece è un Andrea Dovizioso invece che riscatta le vittime di soprusi e ingiustizie. A sentire i commenti dei giornalisti e dei colleghi così sembrerebbe, in effetti con questa vittoria il Dovi è come se avesse scagliato un masso in testa alla Ducati, o almeno a quello che viene ritenuto il principale “colpevole” di questa situazione, Gigi Dall’Igna. Dopotutto in questi giorni il botta e risposta tra i due, conclusosi con l’annuncio di Dovizioso, hanno ben fatto capire quali siano le parti contrapposte. Se la vittoria di Dovizioso, che sarebbe probabilmente arrivata lo stesso, appare come uno schiaffo alla Ducati all’indomani dell’annuncio, deboli sono sembrate le dichiarazioni di Dall’Igna a fine gara quando per replicare a Dovizioso ha esordito con un “bravo Dovizioso, ma bene anche la moto”. Il pasticcio c’è ed è evidente, l’attuale miglior pilota Ducati sembra essere ancora Andrea Dovizioso, capace nel momento giusto di gestire una gara con velocità ed esperienza, ma lo stesso pilota non trova più posto in Ducati, lasciando figurare con le sue dichiarazioni una situazione di contrapposizione che lo ha costretto ad abbandonare una delle migliori moto del lotto. Il “sembrerebbe” di inizio capoverso però verte sul fatto che non sono davvero chiare tutte le dinamiche di disaccordo tra Dovizioso in Ducati, qualcuno parla di un cattivo rapporto con Dall’Igna, qualcuno dei troppi soldi voluti da Dovizioso dopo due stagioni non proprio buone, qualcuno di una serie di sgarbi fatti al pilota dalla direzione del team, compreso l’elenco dei possibili candidati a sostituirlo. Sapremo la verità più avanti, ma come è noto ha ragione chi vince, e oggi ha vinto soprattutto Dovizioso.

MotoGP Austria


BUONA LA SECONDA

Gara che ha un fulcro centrale attorno al quale ruota tutta la gara, l’incidente che al nono giro della prima partenza manda tutto in tilt. Nella prima parte a fare il ritmo erano già Andrea Dovizioso, Jack Miller, ma soprattutto Pol Espargarò, che dopo una buona partenza aveva via via scalato la classifica mettendo in mostra le buone doti di guidabilità della KTM, ma soprattutto del gran motore, capace di contrastare quello prorompente della Ducati. L’episodio cruciale alla nona tornata, quando Zarco tenta di infilarsi all’interno di Franco Morbidelli prendendo l’interno della curva che lo porterà inevitabilmente ad allargare fino a trovarsi in linea con la ruota anteriore di morbidelli e a colpirlo. La moto del Morbido decolla, lui finisce nella ghiaia scivolando per un centinaio di metri a velocità pazzesca. La sua moto taglia la curva successiva come un proiettile tra Rossi e Vinales, mentre quella di Zarco senza pilota si infila nelle protezioni, le buca e appare ancora una volta davanti alla moto di Rossi, ancora indenne.

Seconda partenza che vede in prima fila Espargarò, Dovizioso e Miller. Alla partenza chi tenta di fare il ritmo da subito è Jack Miller, che deve tenere le distanze visto che non avendo più a disposizione gomme medie ha dovuto “calzare” una morbida all’anteriore. Espargarò in questa seconda partenza invece appare in difficoltà, viene risucchiato dal gruppo e a rendersi protagoniste saranno le Suzuki di Rins e Mir. Al decimo giro è Dovizioso a prendere la testa, già insidiato da Rins che in questa seconda gara sembra essere quello più a posto. Il motore della moto di Hamamatsu non sembra soffrire più di tanto quello Ducati, ma la Suzuki sembra essere ciclisticamente meglio. Al giro successivo arriva l’attacco di Rins, troppo al limite, quel limite necessario a vincere la dovizia di Dovizioso, lo sterzo della Suzuki si chiude e Rins si ritrova nella ghiaia. Per il Dovi strada spalancata per la vittoria. C’è solo il tempo di vedere Mir battere Miller all’ultima curva, e l’angolo Ducati dannarsi più per questo che esultare per la vittoria di Dovizioso.

MotoGP Austria Mir


NESSUNO DOPO MARQUEZ... NEMMENO IN HONDA

Episodi da pazzia a parte è ora di tirare una riga in fondo e fare i conti, e i conti sono davvero amari. Quella che poteva essere una clamorosa occasione di fuga per la vittoria di Fabio Quartararo, sta invece dimostrando che l’unico pilota per ora con la statura per fronteggiare Marquez resta Dovizioso, con una moto però non all’altezza. Il giovane francese invece manca clamorosamente le due ultime gare, quelle che se portate avanti con lo stesso piglio delle prime due avrebbero sancito il suo primo titolo mondiale. Siamo probabilmente alla vigilia del rientro di Marquez, e nessuno in pista si è dimostrato in grado di essere una valida alternativa, Vinales non pervenuto, Quartararo forse ha la tremarella, Binder riemerge nel finale, Espargarò ancora nella polvere. Se fossimo in un fumetto della Walt Disney, quella di Marquez sarebbe la parte di Gastone Papero Fortunato.

Un ultimo commento resta per Honda, che conferma di essere inesistente senza Marc Marquez, specifichiamo il nome a scanso di equivoci. Situazione forse marginale per il team plurititolato in vista del rientro della gallina dalle uova d’oro, ma da un colosso di questo calibro forse ci si aspetterebbe di più, un piano B, qualcuno in grado di sviluppare una moto vincente buona per tutti, ma ops… si è già trasferito in KTM.

Michele Rubin

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