Lei ha un caschetto biondo e una faccia da ebete! Ma questo ancora non lo sapevo.
Guida una Range Rover bianca, questo lo so perché la vedo rallentare fino a quasi fermarsi mentre si immette nella corsia dello svincolo della tangenziale.
La fiducia non è mai troppa, quindi un paio di flash con gli abbaglianti per segnalargli il mio sopraggiungere, ma ecco che l’ottuso cervello evidentemente scambia il segnale come un ipotetico via e così si immette decisa mentre io invoco San Brembo con grande devoto sentimento.
La preghiera viene evidentemente ascoltata e così mi affianco nel procedere alla bianca balena sfiorando il guardrail; per fortuna la mia velocità era da codice e la scarsa fiducia negli automobilisti ha aiutato a non rovinare la fiancata del SUV.
Ecco che guardo all’interno dell’abitacolo e vedo la suddetta faccia inespressiva incorniciata in un caschetto biondo.
Non che sia importante il colore dei capelli, né il taglio, tanto meno la macchina che guida, quello che conta è quella faccia che incrocia il mio sguardo sotto il casco mentre gli urlo tutto quello che penso di lei e di tutta la sua famiglia andando indietro di almeno tre generazioni.
Lei non fa una piega, non si è resa conto di quello che ha fatto e non capisce perché un pazzo possa inveire nei suoi confronti, guarda nel vuoto avanti a se e prosegue il suo procedere che non ha mai interrotto.
Inutile andare oltre prendo la mi strada e mi rendo conto che davvero possiamo essere vittime di personaggi così, che non solo fanno degli errori potenzialmente pericolosi; può capitare una distrazione, una svista, certo, ma qui nemmeno se ne rendono conto facendo sì che da quell’errore non nasca una consapevolezza e quindi una maggiore attenzione.
Il maledetto caschetto biondo stasera non mi ha avuto, ma spero che la stessa fortuna capiti a tutti quelli che incontrerà sulla sua strada e chissà che una qualche giustizia divina non le porti una nuova tangibile consapevolezza…sai com’è, gli accidenti che le ho mandato magari arrivano!