Siete cresciuti con le telecronache sui canali nazionali di calcio, ciclismo, formula 1, tennis, sci e atletica? Siete anticihi!
Sono volate parole grosse tra i giornalisti sportivi della RAI e il mega ultra direttore del palinsesto sportivo duca conte delle reti nazionali, un match che per lo meno ci ha detto che in RAI la libertà di parola in qualche modo è garantita, su altre reti si sarebbero visti commentatori esposti a pubblico ludibrio al centro della mensa aziendale.
Sul fatto calcistico in sé poco da dire, in sei anni i diritti della Coppa Italia, che una volta non interessava a nessuno, sono quasi raddoppiati, e anche se il canone ci sta sulle balle, bene o male è rimasto quello. Certo sentire la direzione della RAI raccontarci che ha una delle offerte sportive più vaste tra i canali europei è un po’ eccessivo, carling, bocce e palla a mano, con tutto il rispetto per gli appassionati, non è tutta questa offerta.
A livello motoristico sinceramente ignoro cosa sia rimasto, bisognerebbe frugare su RAI Sport, ammesso di ricordarsi dove è situato.
E se in RAI qualcuno venisse colto da un raptus di follia e in mezzo ai corridoi polverosi di Via Teulada gridasse un mitico “Siiii… puòòòòò… fareeee!!!” e corresse a comprare una Superbike? Non la mitica rivista, ma proprio il campionato Superbike!
Provate ad immaginare, sognate, un grande ritorno ai fasti dei palinsesti dedicati con pre e post gara di livello, interviste ai piloti, approfondimenti in loco, dirette di grandi qualità, disponibilità di contenuti su RaiPlay, commentatori ed ex piloti (magari quelli appiedati dalla concorrenza) ad animare lo show, ma quanto ci manca il circo che abbiamo visto su La7 ai tempi d’oro?
Quindi mamma RAI, perché non ti fai sta Superbike? Con tutto il rispetto eh? Non nel senso di milfona.