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- Scritto da Flap
“Guida veloce Danzi, non sa il perché, cosà l’ha spinto nella direzione diversa, non credo sbagliata….”
Così scrivevo del libro di Marcello, lo stesso libro che qualche anno fa me l’aveva fatto conoscere.
“Guida veloce Danzi, non sa il perché, cosà l’ha spinto nella direzione diversa, non credo sbagliata….”
Così scrivevo del libro di Marcello, lo stesso libro che qualche anno fa me l’aveva fatto conoscere.
Questo pensa mentre sta guidando; in fondo la sintonia di una coppia si palesa in maniera forte anche andando in moto.
Lo percepisce in quel senso di cieca fiducia che il suo passeggero ha in lui, che fida e che sa nulla farà per mettere in pericolo la sua incolumità.
Correva l’anno 2002, in nuovo millennio era alle porte e la strada, a bordo della mia nuova rossa F4, s’incrocia con quella di una Ducati SS900 nera.
Occhiali, da tafano direbbe Van De Sfross, arancio sul viso di un pilota dalla simpatia contagiosa.
Le strade curvose s’inerpicano nell’interno del Gargano costeggiando a tratti il mare dalle diverse sfumature di blu che si mischia a un verde smeraldo quando le acque si avvicinano alle rocce e alle spiagge.
Non lo avrei mai immaginato che guidare un sidecar suscitasse emozioni così forti, intense, mai provate. E non parlo di velocità, quelle con "l'Ural" che sto guidando non sono nemmeno prese in considerazione.
Si sveglia nel sonno di una calda notte d’estate, di quelle che rendono umide le lenzuola e fanno trascinare il corpo traballante verso il frigorifero.
Domenica mattina, la provinciale con il suo traffico festivo scorre verso Lecco e verso il lago.
Procedo lentamente ma sufficientemente veloce da poter superare agevolmente le auto che mi precedono, finché a una rotonda compare Lui.