Non lo avrei mai immaginato che guidare un sidecar suscitasse emozioni così forti, intense, mai provate. E non parlo di velocità, quelle con "l'Ural" che sto guidando non sono nemmeno prese in considerazione.
E forse nemmeno la comodità, ogni buca è copiata sulle mie vertebre con precisione millimetrica. E poi c'è il carrozzino, non puoi fare la barba alla corda della curva; e non puoi nemmeno piegare come fai di solito, se sposti il tuo peso, vince il suo e quindi va dove vuole lui. Devi lavorare di braccia sul manubrio per "governare la bestia". Ma sono qui col cuore in gola, il vento in faccia e le colline dorate che mi sfilano di fianco in un paesaggio che ho già visto ma che oggi da questa sella sembra il più bello del mondo, quasi come se fosse nuovo e mai visto; e si che di posti belli in moto ne ho visti tanti...e sorrido, emozionato perché oggi su un sidecar, in collina quasi mi viene da piangere dalla felicità. Aziono il clacson e il suono che ne esce per gli altri è goffo e buffo, per me invece sembra una sinfonia d'altri tempi, che riempie l'aria più ancora del rumore del boxer aste e bilancieri che gira sotto la mia sella. L'Ural è nero, lucidissimo, risplende al sole, possente mastodontico come solo una moto pensata per l'ex esercito sovietico sa essere.
Per fortuna indosso i miei Ray-Ban che nascondono i miei occhi lucidi di gioia che sovrastano un sorriso al limite della follia, quella buona, quella del cuore leggero come un palloncino e colmo di gioia unica e irripetibile. Cielo talmente azzurro che sembra dipinto, tanto limpido che verrebbe voglia di aggiungere qualche candida nuvola con Photoshop. E rido, e urlo, e salto sulla sella e saluto tutti quelli che incrocio.
Mai provata una gioia così... mi guardo riflesso nel serbatoio lucido, sono elegante, con la mia giacca blu e la camicia bianca con i gemelli... tengo il fiato, metto la quarta e mi giro a destra a guardare la mia sposa, in abito bianco, che dal carrozzino ride e lo fa ancor più forte di me. Anche lei saluta e scorgo il luccicare della fede alla mano sinistra, lo stesso luccichio che arriva dalla mia poggiata sulla frizione... adesso realizzo... ecco dove stava tutta la "gioia del sidecar”.
Fagna