Dopo averla disegnata, e vista nascere, oggi può finalmente cominciare a guidarla: il designer Rodolfo Frascoli può finalmente salire in sella alla sua nuova Tiger 900 Rally Pro in livrea Matt Khaki Green con telaio bianco, che ha ritirato presso la sede italiana di Triumph Motorcycles a Segrate (MI), recentemente inaugurata.
In occasione della sua visita in Triumph Motorcycles Italia, il designer italiano ha ripercorso insieme al General Manager Andrea Buzzoni alcune delle fasi più interessanti del processo creativo, nato nel corso del 2016, che ha portato alla nascita della nuova adventure bike della Casa di Hinckley. E molte di queste fasi nascondono aneddoti curiosi che Rodolfo aveva fino ad ora tenuto per sè e che in questa occasione si è invece divertito a confidare.
Considerando che le forme e le proporzioni di una moto enduro sono abbastanza vincolate dalla ciclistica e dalle dimensioni ridotte delle sovrastrutture, dove pensi di essere riuscito al meglio ad esprimere il DNA di una vera Triumph?
Inizierei nel definire quale sia il DNA di una vera Triumph : autenticità ed equilibrio formale senza eccessi. Sportività elegante ed una certa regalità. La nuova Tiger 900 ingloba tutte queste caratteristiche tanto che, pur se con un linguaggio formale completamente differente dalla 800 (più robotico e spigoloso) è stata immediatamente riconosciuta come una Triumph (ed una Tiger) al 100% .
Non è mai questo o quello specifico elemento di stile a fare il DNA ,e quindi il carattere, di una moto ma un complesso insieme di fattori tutti linkati tra loro: stance e proporzioni, gerarchia ed armonia tra gli elementi. Anche lo stesso processo di progettazione di Triumph, nonchè la maniacale attenzione al dettaglio, hanno contribuito molto a creare il DNA della Tiger.
C’è un dettaglio o un particolare del design che magari al grande pubblico potrebbe sfuggire o sembrare irrilevante ma che tu come designer ritieni particolarmente riuscito, o per il quale magari hai dovuto “combattere” metaforicamente per riuscire a portarlo alla realizzazione finale?
Più che di un dettaglio in particolare farei notare i sofisticati allineamenti e parallelismi tra linee e accoppiamenti della carrozzeria con quelli della meccanica, in particolare del telaio. Una cura quasi ossessiva difficile da notare al primo colpo d’occhio ma che trasmette, soprattutto dal vivo, una sensazione di ordine e di armonia generale (due valori questi che si associano benissimo al DNA Triumph).
Tutto questo è stato reso possibile grazie ad un R&D sempre molto positivo ed aperto mentalmente. Un cenno merita il fanale anteriore, ribattezzato sin dall’inizio “the mask”, un vero gioiellino di tecnologia e progettazione che ha incattivito tantissimo lo sguardo della Tiger ed il sovrastante meccanismo del plexiglas regolabile molto curato nel design . Aggiungerei la superba qualità costruttiva delle superfici del serbatoio in lamiera .