MotoGP Ducati
Categoria: News Sport

Non è più solo la voce di Lin Jarvis di Yamaha ad avanzare dubbi sulla legittimità dello squadrone Ducati in pista, ora arriva anache quella di Massimo Rivola di Aprilia a chiedere un freno alla presenza Ducati in griglia.


Lin Jarvis aveva chiesto un team satellite per decreto, ben evidenziando quanto fosse importante avere a disposizione un team satellite e i dati ricavati da altre due moto per lo sviluppo durante l'anno del prototipo. La richiesta però è sempre sembrata un po' surreale, obbligare un team privato, che investe soldi propri e del proprio sponsor senza una casa motociclistica alle spalle che paga i conti, a prendere una moto poco competitiva a scapito di una a disposizione con molte più prospettiva, avrebbe avute un senso se per lo meno Yamaha avesse pagato tutti i conti.

Va considerato anche il fatto che Yamaha aveva già un team satellite, perso non a causa di Ducati, ma per Aprilia, segno che Yamaha non è stata capace di gestire e soddisfare quello che andrebbe considerato un partner, come fanno Ducati e Aprilia, e non come un semplice subalterno. Razlan Razali, patron del team RNF, non ha mai fatto mistero della poca soddisfazione del rapporto con la casa giapponese.

Lin jarvis ha poi più volte avanzato un diritto di prelazione sul team di Valentino Rossi, per storia, per fedeltà, per amicizia, il quale però ha ben presente la direzione di sviluppo della M1 in ottica Quartararo, cosa che ha già sperimentato in modo frustrante a fine carriera.

Ma ora arriva anche Aprilia a tuonare contro la presenza esagerata di Ducati in griglia, arrivando a dichiarare che la MotoGP non dovrebbe essere un monomarca. E' indubbio che il peso della presenza della casa di Borgo Panigale si faccia sentire, soprattutto in termine di dati ricavati, ma vista la competitività anche di podi e premi raccimolati, talvolta occupando buona parte delle prime dieci posizioni. La stessa Ducati non pensa di poter supportare a lungo otto moto, ma la strada di obbligare un team privato a investire su una moto in difficoltà e che non supporta adeguatamente il team satellite, non può essere la strada.

 

 

 

 

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