Ducati Scrambler 800 Icon
Categoria: Le nostre prove

Quando arriva in redazione una Ducati è difficile che sfugga dalle mani del Fagna, del resto è lui il vero appassionato del traliccio e del motore a L.


Capita però che per diverse congiunzioni astrali si riesca a farci un giro e qualche volta accade il miracolo che ti conceda il diritto di redarne un test.

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Scherzi a parte non è la prima volta che guido una moto bolognese e a dire il vero tra le prime di cui ho scritto su queste pagine è stata proprio la Scrambler 800, un assaggio in quei tempi dove la rinascita di questo nome, nato dalle ceneri dei famosi mono degli anni ’70, iniziava timidamente a creare quel mito che l’ha fatto diventare una sezione della gamma Ducati.

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Eccomi quindi alle prese con lo Scrambler 800 Icon, quello più rappresentativo, quello che più incarna lo spirito Scrambler e rigorosamente “Ducati Red”.
In realtà è disponibile in tre basi: rosso giallo e nero e ben sei variati di colore meno classiche, più sbarazzine, giovani o per chi vuole osare, ma noi siamo per la tradizione e adoriamo il rosso dei motori Italiani.

LA MOTO
Essenziale come deve essere, estetica costruita attorno al motore con il serbatoio con fregio che richiama il passato a testimoniare la storia e renderlo riconoscibile a colpo d’occhio.

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Il cuore bicilindrico a L raffreddato ad aria mostra sul lato destro i coperchi per le cinghie della iconica trasmissione desmodromica che guida le due valvole per cilindro.
Capace di scaricare a terra 73 cavalli, di quelli di razza, quelli che scalpitano appena si sfiora la manopola del gas. Un cambio a sei rapporti ben spaziati con una frizione idraulica morbida, cambio che può essere dotato di Ducati Quick Shift, come nel modello in prova.

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L’ossatura è un robusto telaio a traliccio in tubi d’acciaio su cui lavora una solida forcella Kayaba a steli rovesciati da 41 mm e un forcellone a doppio braccio con mono ammortizzatore Kayaba regolabile nel precarico molla.
Le ruote in lega hanno misure stradali nel diametro da 18” davanti e 17” dietro con gommatura dal tassello leggero delle Pirelli MT60RS rispettivamente 110/80 e 180/55.

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Italianissima anche la frenata affidata a Brembo con una coppia di dischi, uno per ruota, da 330 mm con pinza radiale a 4 pistoncini all’anteriore  e da 245 con pinza flottante a 1 pistoncino.
Frenata naturalmente assistita da un evoluto ABS cornering Bosch.
Sotto la capriata del forcellone sul lato destro spunta il corto terminale di scarico che conclude la corsa dei collettori, con quello del cilindro anteriore riempie l’estetica laterale destra del motore.

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Dietro il serbatoio da 13,5 Lt. un telaietto regge la bella sella larga e piatta sotto coi due piccole fiancatine riempiono gli spazi.
La moto posteriormente termina con un corto codino sotto la sella con il fanale e le frecce, mentre il portatarga è spostato a filo ruota con attacco sul forcellone a sinistra lasciando in bella vista la ruota e il disco posteriore sull’altro lato.
Un unico parafango vero, quello anteriore o meglio una leggera unghia che da colore all’avantreno.
Tutto l’impianto di illuminazione è a LED con un rotondo faro anteriore con una vistosa e caratteristica X a caratterizzarlo e le frecce sono  ad ovale allungato.
La postazione di guida vede impugnare un alto e largo manubrio su cui troviamo oltre agli specchietti di forma allungata, le pompe di freno e frizione, e i blocchetti elettrici che permettono di gestire anche le informazioni del completo TFT a colori da 4,3”.

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Ricca la dotazione elettronica con, oltre il già citato ABS Cornering, Riding Mode, Power Mode, Ducati Traction Control, Daytime Running Light.

Tutto bello, ma come va la Ducati Scrambler 800 Icon?

IN SELLA
Seduta tipicamente Scrambler su una sella ampia, comoda ma non cedevole, sella che invita ad avere un passeggero con se lasciandogli il giusto spazio per condividere la passione.

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La sella a poco meno di 800 mm permette a tutti un buon controllo del mezzo, naturalmente è disponibile una versione più bassa e una più alta, ma questa anche per chi come me supera i 180 cm di altezza sembra adeguata.
Pedane al punto giusto e manubrio largo da impugnare con una posizione, come di fatto ricordavo, un po’ in avanti, per me innaturale, ma scoprirò dopo un po’ di chilometri che basta farci l’abitudine e diventa efficace per il controllo della moto.

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Lo scarico di serie ha un suono educato, mi sarei aspettato qualcosa di più personale ma per questo c’è l’after market, personale invece è il motore.
Inutile negarlo il bicilindrico bolognese è unico, difficile da descrivere, ma è lui come solo lui sa essere. Ha carattere e quei 73 cavalli sembrano di più fin dai primi metri.
Le marce entravo veloci con il cambio elettro assistito (Optional come abbiamo già detto) e le curve si avvicinano in un attimo.
Basta una leggera pressione sul freno e la moto si accuccia senza far rimpiangere il doppio disco, il posteriore va invece premuto con un po’ più di decisione ma è altrettanto preciso e poco incline al bloccaggio.

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La moto è agile e svelta, solo nel traffico ci sarebbe piaciuto un angolo di sterzo maggiore, il peso non si percepisce ed in realtà in ordine di marcia è dichiarato in 185 Kg.
Seppur da disegno tassellato le gomme Pirelli si comportano da stradali con ottima direzionalità e tenuta e una volta impostata la cura la Scrambler mantiene la linea precisa pronta a seguire i comandi del pilota.
Peccato che le sospensioni siano tarate un po’ sul rigido per le nostre disastrate strade italiane e anche sul pavé si perde un po’ di coerenza, ma del resto non si può avere tutto.

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Inutile parlare di protezione all’aria, la posizione di guida e l’assenza di qualunque tipo di riparo significa lottare contro la velocità, ma questa non è la caratteristiche del cliente che si indirizza a questo tipo di moto, più portato al passeggio e allo stile, sapendo che se ha fretta deve un po’ soffrire soprattutto quando il tachimetro segna numeri a tre cifre.

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Devo ammettere che se nelle prime impressioni di ormai sette anni fa ero rimasto un po’ scettico, ora con una prova più approfondita questa Ducati Scrambler 800 Icon è riuscita a convincermi; divertente, impegnativa solo se lo si vuole e con tanto stile, perfetta per l’uso urbano e le gite fuori porta, dove il passeggiare allegro viene appagato anche dal piacere della guida.

Il prezzo per portarsi a casa la Scrambler moderna è a partire da poco meno di € 11000,00

Siete pronti per lo stile Scrambler?

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Tutte le informazioni tecniche dettagliate e la gamma sul sito Scrambler 

Abbiamo usato: Casco LS2 BOB - Giacca LS2 Bolton – Jeans PMJ Cafe Racer - Scarpe Stylmartin Audax WP - Guanti LS2 Air Raptor - Maschera Ariete WABI – Occhiali Emblema Universal  

Foto di Roberto Serati

GALLERY



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