DUCATI SCRAMBLER ICON
Categoria: Le nostre prove

Non smetterò mai di dirlo, la moto deve essere piacere, spensieratezza e relax. Quale sia la moto adatta a rappresentare  tutto questo è un dato soggettivo e di “pancia” che ognuno di noi si porta dentro.

Certo è che ci sono moto che più di altre incarnano il piacere di guida e di divertimento senza troppi fronzoli, anzi con estrema semplicità; una di queste è sicuramente la Ducati Scrambler, che abbiamo provato nel Model Year 2023, ci ho fatto di tutto, compreso perdere le chiavi, ma di questo “trascurabile” particolare te ne parlerò alla fine di questo articolo.

ICON FEDELE ALLA FILOSOFIA MA COSI DIVERSA…

Ad un primo, superficiale sguardo, la Ducati Scrambler Icon 2023 può sembrare identica alla serie precedente, ma così non è, le differenze non sono poche. Quella meno visibile forse, ma più gustosa, riguarda l’elettronica, con i 73 cv disponibili gestiti da acceleratore Ride-by-wire e diverse mappe tra cui scegliere per cucirsi addosso l’erogazione che più ci piace. Non solo ma il controllo di trazione si può impostare su diversi livelli ed è in grado di leggere l’inclinazione della moto. Ultima chicca (optional) il cambio elettroassistito (quickshifter bidirezionale) che dona ulteriore verve alla nuda bolognese.

Ecco credo di avere usato il termine giusto “verve” perché quando fermi la bilancia a 185 kg, benza compresa, e hai un bel bicilindirco da 803 cc che regala una coppia di 65,2 Nm a 7.000 giri e i suddetti 73 cv a 8.250 giri di piglio allegro o verve appunto ne regali talmente tanta che il pilota che sta sopra viaggia costantemente col sorriso stampato in volto sia che si stia guidando in montagna o in circonvallazione modello  “Milanese Imbruttito”.
Ma altri cambiamenti hanno interessato la nuda di Borgo Panigale, dal telaio che, rivisto, ha contribuito a contenere il peso, al forcellone tutto nuovo in alluminio che lavora in accoppiata con un “mono” (regolabile nel precarico molla) posizionato diversamente, più centrale rispetto alla moto. Nuovo anche il coperchio frizione con il richiamo alla “X” che viene riproposta sul fanale anteriore; quest’ultima ovviamente c’era già, ma adesso la X è più piccola e portata all’esterno.



Forcella con steli rovesciati da 41 mm e impianto frenate Brembo completano una dotazione di tutto rispetto. Si nota subito che all’avantreno c’è un solo disco  da 330 mm che garantisce però una frenata eccellente con la complicità del disco posteriore da 245 mm e ABS di tipo cornering.
Cambia la strumentazione con un TFT da 4.3 pollici con connettività bluetooth e informazioni chiare e ben leggibili.

IN SELLA

Partiamo dalla posizione del pilota, che qualcuno sui social ha definito “scomoda”…mah sinceramente questa affermazione la ritengo falsa di base. Premesso che il fisico di ognuno di noi è diverso, e di conseguenza la percezione del comfort, ho trovato la postazione di guida con una triangolazione azzeccata di sella, pedane e manubrio. Il baricentro è basso, certo la schiena sta dritta e i più alti si troveranno con le gambe un po’ rannicchiate, ma nel contesto tutto è pensato per un feeling immediato; Sali, giri la chiave, parti, pieghi insomma ti diverti in qualsiasi condizione. La Scrambler è davvero “easy” senza pensieri come tutto il suo mondo fatto di spensieratezza, surf e camice Hawaiane…certo quest’ultima parte è merito di un marketing azzeccatissimo che ti trasmette il concetto di “easy (moto) life” senza scrivertelo chiaramente. 

La puoi guidare con un filo di gas in città oppure strappazzare il bicilindrico tra le curve, il tutto con la stessa serenità. In città poi, il nuovo comando del gas Ride-by-Wire fa apprezzare ancora di più carattere della Ducati Scrambler Icon, con una taratura perfetta del comando, ma in questo Ducati è un riferimento, che annulla l’effetto On/Off, e l’elettronica fa si che l’erogazione non sia scorbutica o ballerina ma sempre pronta e lineare. Parliamoci chiaro…chi scrive guida un’altra icona bolognere, ovvero un Monster 900 a carburatori…che all’epoca fu la rivoluzione in tutto anche nello stile di guida; beh la Scrambler non solo, a mio avviso ha raccolto quel testimone, ma lo ha migliorato in maniera pazzesca. Grazie al “mazzo”, direte voi, ci sono in mezzo più di 20 anni di evoluzione motoristica e di elettronica….vero ma nel 1998 il mio Monster rappresentava la stessa “vita spensierata” incarnata adesso dalla Scrambler, solo che scendendo da quest’ultima e salendo subito sul Monster ti rendi conto di quanto fosse scorbutico e rude…anche se tremendamente affasciante.

TRA LE CURVE

Ah ma “quella roba li è una moto da bar” , magari si  ma meglio se il bar è quello del Muraglione o in cima a qualsiasi altro passo. Passato il timore di non sapere come reagisce un cerchio da 18” all’anteriore (17 al posteriore) con la Scrambler tra le curve si balla che è un piacere, con inserimenti precisi, frenata potente ma modulabile e motore quanto basta per raccordare le curve in veloce sequenza. Con un  po’ di manico e facendosi prendere la mano (prudenza sempre) non è difficile raschiare le pedivelle, anche se io preferisco una guida che accentua gli spostamenti del corpo più l’inclinazione assoluta della moto, che per intenderci scende in piega progressiva e senza esagerazioni. Facile, bella, spensierata, tu pensi una cosa lei la fa. Compreso consumare poco. Compreso farti stare comodo. Compreso far stare comodo il tuo passeggero.  E a proposito di compreso...lo sono anche le strade bianche? beh diciamo che per lo stile questa moto strizza l'occhio al "non asfalto" ma appunto mi limiterei a strade bianche molto, molto facili...insomma giusto per qualche scatto fotografico no?
Tutta sta roba qua parte da €. 10.690,00 ma ocio…che farsi prendere la mano è un attimo, anche se le figate non mancano, tipo la possibilità del cambio colore alla moto cambiando le plastiche.

…E LE CHIAVI??

La chiave è classica, fisica direbbero i più fighi, soluzione che io di solito apprezzo molto. La chiave “vera” mi piace di più del keyless, basta solo infilarsela bene in tasca in modo che non esca….che non esca possibilmente su un mucchio di terra…che possibilmente non venga spianato prima che tu ti accorga che la chiave sta finendo in un plinto di fondazione….insomma quello che non è successo in 30 anni e più di carriera motociclista è successo durante la prova della Ducati Scrambler  Icon MY 2023. La mortificazione per l’accaduto è stata solo in parte mitigata dall’estrema soddisfazione per aver testato (#provatodavvero) il servizio che Ducati offre in garanzia, tra cui carro attrezzi gratuito. Facile, immediato ed efficiente. Moto recuperata e portata in Officina Ducati.
Per la figura di palta non c’è Mastercard…

 

Foto di Roberto Serati

ABBIGLIAMENTO DEL TEST: Pantaloni PMJ Cafè Racer - Giacca PMJ MIAMI , Casco Ls2 Drifter, Sneackers TCX

 

 

 

 

 

 

 


GALLERY

 

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