HD CAGIVA SST250
Categoria: Le nostre prove

Dai diciamolo, chi aveva tra i 16 e i 18 anni negli anni ’80 sicuramente è stato attratto dalla Cagiva SST.


Sicuramente non per le prestazioni, c’erano moto che a parità di cilindrata andavano più forte, ma sicuramente per quell’estetica elegante, senza tempo, di moto classica.
Il fascino per alcuni di discendere dalla AMF Harley Davidson prima di chiamarsi del tutto Cagiva, ma soprattutto per essere di fatto uno dei punti di svolta e lancio della neonata casa Varesina, una base che ha poi traghettato l’Azienda dei fratelli Castiglioni nell’Olimpo mondiale.

HD Cagiva SST250 2

Così anche chi scrive, che ai tempi cavalcava una Benelli 125 2C, leggermente modificata con scarichi sport, manubrio Tommaselli Condor e piccolo cupolino, osservava curioso la 125 SST dell’amico che seppur lontana dal suo gusto di allora rappresentava una bella alternativa per l’esordio alle motociclette targate dell’epoca.

Ecco che, oltre quarant’anni dopo, nel cercare tra gli annunci una SST125 da mettere nel box si imbatte in una SST250 del 1980 che oltre a portare sul serbatoio la doppia dicitura HD-Cagiva rappresenta anche l’evoluzione maggiorenne della monocilindrica cercata.
La moto è un bel conservato, completa di ogni sua parte originale, aveva solo bisogno di qualche cura e un minimo di manutenzione estetica per essere riportata all’antico splendore, ma qui avevamo già il complice nell’appassionato Giorgio Mazzotti che ha rimesso a nuovo il motore e tutte le parti funzionali ed estetiche della moto.

HD Cagiva SST250 3

Per la sicurezza abbiamo scelto delle moderne gomme Dunlop K70 che richiamano perfettamente il disegno degli pneumatici di quegli anni.

Alla fine la HD Cagiva SST250 e tornata a percorrere le strade  dopo essere, ovviamente, iscritta al Registro Storico FMI con relativa targa oro.

COM’E’  E COME VA
Strano salire su una moto degli ’80 e scoprire quanto le dimensioni delle moto di allora fossero diverse, la moto sembra piccola  è snella, leggera, probabilmente dimensioni da 125 che poi grazie a un telaio evidentemente sovradimensionato, ha permesso di montare anche cilindrate superiori fino al 350 cc.

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La seduta è quella tipica delle moto classiche con busto eretto e braccia ad afferrare il largo manubrio da cui spuntano i due voluminosi specchietti cromati tondi che fanno tanto America.
Cromature che ritroviamo nella cornice del faro, negli ammortizzatori, nelle frecce, tappo serbatoio e sulla lunga marmitta che corre sul lato destro.
Il resto è color metallo del motore a far da contrasto al nero del telaio e, in questo caso allo stesso colore della carrozzeria.
A rendere ancora più classica l’estetica di questa SST250 i cerchi a raggi con l’anteriore da 19” mentre al posteriore è da 18”.

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I comandi al manubrio hanno bisogno di un minimo di studio per capire le logiche di un tempo, ma è questione di pochi chilometri.

Si torna al passato anche come procedura di avviamento, con rubinetto della benzina da aprire, l’arricchitore da tirare a freddo e pedivella su cui scalciare per dare vita al monocilindrico.

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Il due tempi, nonostante la buona compressione del motore, non richiede tanto sforzo e in meno di tre colpi, spesso al primo, dalla marmitta esce quel bel rumore metallico tipico di questo motore.

Un rumore educato, acuto e sempre coinvolgente accompagnato da sbuffi di fumo che farebbero impallidire Greta Thumberg…ma chi se ne frega..
La lubrificazione è garantita da un miscelatore automatico che probabilmente mantiene la percentuale attorno al 3%.

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La frizione non è decisamente un burro e lo stacco tra i più progressivi, in compenso il cambio a cinque rapporti è ben spaziato e abbastanza preciso.
L’erogazione è un classicone dei due tempi degli anni ’80, vuole qualche giro motore in più per esprimere la potenza, anche se in basso non è del tutto vuoto in questa versione da 250 cc.

La guida è stabilita da una ciclistica morbida e abbastanza alta sulle sospensioni, bisogna lasciare correre la moto scegliendo le traiettorie migliori così da tenere sempre in tiro il motore e godere dei 19 cavalli che è capace di esprimere, inutile guidare sportivo e grintoso, sarebbe meno efficace.
Un pennellare di curve dove le gomme danno indubbiamente sicurezza insieme alla leggerezza che unita al manubri di ampie dimensioni permette un controllo totale della moto anche nelle manovre più strette.
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I freni fanno quello che possono con un adeguato disco anteriore da 260 mm da spremere per arresti immediati a cui fa eco un tamburo da 140 mm alla ruota posteriore.
Un’allegra motoretta che ha più motore della sorella dedicata ai sedicenni ma che mantiene la facilità di guida dell’ottavo di litro, anche se i consumi non sono proprio limitati e ben lontano secondo noi dai 18 km/lt dichiarati dalla casa, ma quest’aspetto dubito interessi a qualcuno.

La HD Cagiva SST250 sarebbe stilisticamente assolutamente attuale come linea nella gamma “Classic” di qualunque marca, con quel fascino Vintage, in questo caso reale che non passa mai di moda e che è testimoniato dagli sguardi che riceve al suo passaggio.

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Una moto che ha portato in giro una generazione anche nei loro viaggi e che ora trova il giusto pesto nella storia della motocicletta Italiana.

Foto Roberto Serati

GALLERY



 

 



Abbiamo utilizzato: Casco Caberg Freeride - Giacca PMJ WEST - Jeans PMJ Deux - Guanti Clover Tazio -Sneakers Stylmartin Arizona

UN PO’ DI STORIA
La Cagiva SST insieme alla versione fuoristrada SXT, fu l'ultimo modello di motocicletta prodotto dalla AMF-Harley Davidson e anche il primo prodotto dalla Cagiva che ne rilevò gli stabilimenti e il marchio.
Dopo il passaggio alla nuova gestione, le moto portarono sul serbatoio la scritta "HD CAGIVA" a testimoniare il passato e sfruttarlo commercialmente. In seguito con la crescita dell’Azienda Varesina la sigla "HD" fu eliminata.

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La SST è la tipica moto stradale turistica sprovvista di protezioni aerodinamiche, del tipo che ai giorni d'oggi verrebbe dichiarata come naked, con linee che ricordano vagamente quelle dello Sportster della Harley Davidson, seppur con motore monocilindrico due tempi anziché il monumentale V quattro tempi Americano.

La moto fu in produzione dal '75 con le tre motorizzazioni da 125, 175 e 250 cm³, dal 1978 fu lanciata sul mercato la versione 350 cm³. Le SST vennero inizialmente prodotte con il marchio AMF - Harley-Davidson sul serbatoio, sostituito poi da quello HD-Cagiva; dall'80 scomparve la HD ed il marchio restò solo CAGIVA.

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CARATTERISTICHE TECNICHE - Cagiva SST 250
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt.)     2180 × 800 × 1140 mm
Altezze - Sella: 840 mm - Minima da terra: 130 mm
Interasse: 1420 mm
Massa a vuoto: 128 kg
Serbatoio: 10,5
Meccanica
Tipo motore: monocilindrico a due tempi
Raffreddamento: ad aria
Cilindrata: 243 cm³ (Alesaggio 72,0 x Corsa 59,6 mm)
Distribuzione: piston port
Alimentazione: carburatore Dell'Orto PHBE 32 AD
Potenza: 19 CV a 5250 giri
Coppia: 2,59 kg/m a 5500 giri
Rapporto di compressione: 10,3:1
Frizione: multidisco a bagno d'olio
Cambio: a 5 rapporti
Accensione: volano alternatore e puntine
Trasmissione: primaria ad ingranaggi elicoidali, finale a catena
Avviamento a pedale
Ciclistica
Freni
Anteriore: a disco pieno da 260 mm / Posteriore: a tamburo da 160 mm
Pneumatici
anteriore 3.25x19 Pirelli, posteriore 4.00x18 Pirelli
Prestazioni dichiarate
Velocità massima: 134,730 km/h
Consumo: media 18 km/litro

Fonte dei dati: http://sst125.altervista.org/others.html

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