Un grande mucchio selvaggio, alle porte della Moto Guzzi a Mandello del Lario va in scena uno dei raduni più passionali e genuini, frutto per lo più della poca cognizione che abbiamo noi, popolo motociclista.
Non che mi aspettassi di trovare un simposio di illuminati uomini di scienza, ma c’è sempre la speranza che la popolazione che si muove sulle due ruote, in atto di riunirsi, abbia un “moto” di orgoglio e si palesi quasi alla Dapper, come direbbero quelli del Distinguished, e invece no, niente.
L’orgoglio sta proprio tutto lì invece, in quella bolgia infernale, colorata, chiassosa, splendida che gira tutta introno alla porta del paradiso, quella con scritto Moto Guzzi sopra, perché in fondo il guzzista duro e puro, così lo vuole vedere. E di guzzisti duri e puri se ne sono visti parecchi, così come il suono delle diverse lingue europee sentite qua e là per le strade e nei parcheggi di moto… parcheggi all’italiana ovviamente, visto che qualsiasi antro, buco, pertugio si è trasformato in un posto moto.
TEDESCHI IN FUGA E MOTOCICLISTI RAPITI DAGLI ALIENI
Una copia di bikers al femminile di lingua francese, un gruppo di bikers tedeschi con gilet in pelle pluridecorati, di cui un paio sembravano due manager in fuga dalle mogli e dalla vita ordinaria, traditi però dall’amico capellone che sembrava aver passato qualche giorno con gli alieni, la famiglia con la Guzzi sidecar, il motociclista sahariano che pattugliava la festa, il siciliano sessantenne pompato con canottiera alla Village People, una varietà umana davvero infinita impossibile da raccontare. Aggiungiamoci anche il tedesco corpulento, che senza tanti complimenti mi ha fatto segno di scostarmi dalla mia moto perché doveva fotografarla. Jawohl!
Ma Mandello del Lario è la Città della Moto Guzzi, come recita il comunicato, e la predisposizione della gente del posto per l’aquila era già visibile per strada. Sulla super strada per Lecco, dove fatto salvo un paio di tristoni, tutti gli altri automobilisti in coda si aprivano per far passare comodamente le moto, oppure al passaggio per i paesi prima di Mandello, dove alcuni si sono piazzati da balconi e finestre a guardare il passaggio delle moto, a vedere se qualcosa di particolare e colorato, qualcosa di storico, qualcosa della memoria stava passando in quella lunga e chiassosa processione.
Cibo, moto storiche, attrazione e spettacoli, vendita di gadget e libri, la lotteria, la nuova produzione Guzzi, la fabbrica e il museo, la musica, tutto incorniciato dallo spettacolo del lago.
IL VIAGGIO INIZIA QUANDO LE AQUILE TI FANNO COMPAGNIA
E’ il viaggio che già vale la giornata, quella fantasia che si trasforma in realtà mentre nel casco pensi alla strada, ti chiedi se sbaglierai a qualche incrocio, ma poi mentre ti avvicini alla meta ti ritrovi dietro ad un altro paio di Guzzi, poi superi qualche moto storica, e poi all’improvviso sei dentro a un gruppo di aquile e realizzi che è fatta, non sei ancora a Mandello, ma la festa è già cominciata.
Non è un semplice raduno, è la Città della Moto Guzzi, il centro di tutto è attorno alla porta magica, ma è nello spiazzo antistante che il colore prende vita, uomini, donne, bambini, moto di tutte le età e fattezze, vecchi prototipi che ruggiscono in qualche stand in sfregio per qualche minuto al green, una piazza piena di moto uniche per qualità di restauro e per il carico di storia, il ristorante del raduno dal titolo “rancio alpino”, tutto è calcolato al millesimo… per sembrare più una fiera di paese, allegra, colorata e spontanea, piuttosto che una vetrina troppo fighetta per attirare tutti quei generi di umanità.
E’ solo una festa italiana.
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