Evidentemente il 2020 è l’anno delle valli “a fondo chiuso” che troppo spesso vengono snobbate dai motociclisti come ho avuto già modo di dire qui (link turismo Valpelline). Non è propriamente il caso del Col De Nivolet, meta nota e apprezzata da molti motociclisti, ma resta il fatto che la devi percorrere in andata e in ritorno poiché non ha sbocchi.

E specialmente qui il dover fare avanti e indietro non ha una accezione totalmente negativa, anzi nell’ultima parete quella più alta i panorami sembrano mutare osservandoli prima salendo e poi scendendo: Ed è proprio in questa direzione che il Col De Nivolet gonfia il petto e ti mostra tutti i suoi scorci migliori che in direzione opposta a volte noti solo da una fugace occhiata allo specchietto retrovisore.

Se poi, come è successo a noi la giornata è limpidissima e con un sole grande così allora tutta la magia di questa valle si colora del verde dei prati e di quello ancora più intenso dei vari laghetti e specchi d’acqua, che danzano sferzati dal vento e mutano di sfumatura non appena si cambia l’angolazione del punto di vista. L’abbiamo percorso tutto fino in cima in un giorno feriale di fine agosto, ma nonostante l’estate ancora piena il vento era davvero gelido tanto da costringerci a mangiare con le giacche da moto addosso.

E a proposito del giorno feriale vi consigliamo prima di partire di documentarvi bene su quali siano giorni ed orari in cui si può percorrere il Nivolet con un proprio mezzo e quindi con la moto; sopratutto d’estate nei fine settimana si può salire da un certo punto in poi solo con i pullman-navetta. La meta infatti è molto ambita specialmente da chi ama le escursioni (ma anche da appassionati di astronomia visto l’inesistente inquinamento luminoso notturno) non dimentichiamoci infatti che siamo nel parco nazionale del Gran Paradiso. Il tratto finale di strada, dopo la cittadina di Ceresole Reale, è abbastanza stretto quindi è facile capire come possa diventare “impossibile” e noioso nelle giornate ad alta frequentazione turistica.

Se poi ci sommiamo il fatto che per arrivare a percorre la strada del Nivolet si deve “sopportare” una trasferta noiosa da qualsiasi direzione si provenga beh, il non incappare in un giorno di divieto diventa determinante. La strada asfaltata finisce poco dopo il “colle” vero e proprio posto a 2.612 metri sul livello del mare...mica paglia. Qui appena prima di iniziare la discesa verso il parcheggio che fa da chiusura alla strada c’è il Rifugio città di Chivasso, posto ideale con panorama spaziale per consumare un pasto che ha tutti i sapori della montagna, polenta compresa anche se siamo a fine agosto. Sosta direi super consigliata.

Una volta rifocillati, tornando verso Ceresole vale la pena di percorrere il tratto del ritorno davvero in modalità “slow motion” per non perdersi neppure un particolare degli splendidi scorci che questo angolo di natura (quasi) incontaminata può offrire anche noi a noi che non siamo molto avvezzi alle escursioni a piede e passeggiate. Laghi naturali ed invasi artificiali per la produzione di energia elettrica si alternano come in una danza, un vero piacere per gli occhi e per lo spirito, il tutto da respirare a pieni polmoni. Una volta raggiunta (di nuovo) Ceresole Reale la strada perde davvero di significato non avendo molte virtù da mostrare.

Insomma sia che abitiate in Piemonte, Lombardia o Val D'Aosta, sia che veniate da più lontano, passando nei pressi di Ivrea fateci un pensiero e decidete per una bella deviazione verso il Col De Nivolet.

Moto del viaggio: BMW F 900 XR -  si ringrazia Bmw Motorrad Italia

Abbiagliamento:

Fagna : Giacca Clover Savana 3, Casco Caberg Horus, Pantaloni PMJ Deux, Sneakers TCX, Guanti Clover

Cri: Giacca OJ, Casco HJC, Pantaloni Pmj Spring, Sneakers Stylmartin

GALLERY