Paura
Categoria: trafiletti

Che io abbia paura non è una novità, ci sono molte cose che mi fanno paura, quelle magari nuove, che non conosco e che non so controllare.


Qualche paura l’ho vinta, con qualcuna ci convivo, con altre sono in continua lotta tra la voglia di provarci e lo spirito di conservazione. Qualcuna è accresciuta con il passare del tempo, col crescere d’età, quando ci si rende conto che i riflessi e l’agilità non sono più quelli di un tempo.

Ecco che mi rendo conto che il ritmo diminuisce, cambia la prospettiva dell’andare in moto, il piacere diventa il guidare, non più l’ebbrezza della velocità.
Eppure non smetto di provarci, di spingermi un po’ oltre, l’ho fatto anche con la partecipazione allo Swank Rally di Sardegna; un evento logicamente fuori dalla portata da chi pratica fuoristrada, poco, male e da solo tre anni. La voglia era quella di aumentare un po’ la sicurezza in quella instabilità presunta che sta alle leggi dell’off-road.

Un processo di miglioramento lento e con risultati non sempre positivi che se da una parte portano a maggior sicurezza, dall’altra mettono in mostra i limiti che coincidono con le paure. Se non mi fanno paura le salite, anche smosse e rocciose, continuano a farmi paura la ghiaia e la sabbia, ma soprattutto le discese.
Certo sono inevitabili, se si sale si deve anche in qualche modo scendere e non sempre si può ricorrere all’aiuto di qualcuno.

Eppure, nonostante le paure sono arrivato alla fine del Rally, con qualche sicurezza in più ma con il mio bagaglio di sani timori che hanno definito il passo del mio procedere, eppure era partito tutto dalla paura.
Proprio all’inizio, al prologo, alla pista di Motocross della Malpensa; già una pista da cross di quelle vere, tu non hai mai girato in una pista da cross e hai tra le mani una KTM 690 Enduro R che ti hanno consegnato solo due giorni prima…già questo mi faceva paura. Poi per cosa è famoso il tracciato chiamato “Ciglione”?
Esatto, per quella serie di salite e soprattutto discese lunghe e ripide.

Me le ricordo durante la Epic Rise la discesa dopo la salita impossibile con quel Ciao, e non ero nemmeno arrivato a metà, figuriamoci farla tutta in moto.
Ci hanno provato in tanti a convincermi, che la moto era quella giusta, che le gomme erano adatte, che poi dall’alto la sensazione non è così terribile. C’è stato persino un attimo in cui ho pensato “Dai la faccio”.
Poi la paura ha fatto la sua scelta, o meglio me l’ha fatta fare, perché rischiare di rovinare 5 giorni belli all’inizio? A parte l’orgoglio cosa ci rimettevo?

Così la partenza, per mere esigenze fotografiche, e poi sotto gli occhi di tutti uscire dal tracciato dopo una cinquantina di metri ammettendo ho paura!
Poi molti hanno detto che la parte alta del tracciato era difficile per il fango e quindi ho fatto bene a non salire, ma la scusa non regge, non mi vergogno di dire che ho avuto semplicemente paura.

"Forse l'errore stava tutto lì. Era l'errore che tutti gli uomini fanno da sempre. Cercare di mostrarsi forti e sprezzanti e vincitori quando forse basta avere il coraggio di chinare la testa e dire: ho paura..." - Giorgio Faletti da "Pochi inutili nascondigli" -

Back To Top
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.