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Maverick Vinales
Categoria: News Sport

Mancano poche settimane alla partenza della stagione 2023 della MotoGP, i team sono impegnati nei test di Sepang e appare sempre più evidente il legame, europeo, con la Formula1.

Colossi non sempre si vince sembrerebbe lo slogan per questa ultima versione della MotoGP, dove i colossi giapponesi si sono dovuti arrendere all’arroganza della cavalleria europea, in questo caso made in Borgo Panigale, anche se non è proprio corretto dire che si tratta di un Davide contro Golia. Infatti Ducati può contare sul supporto tecnologico e finanziario di un colosso come il gruppo Audi, ma se parliamo di numeri di pezzi venduti i giapponesi restano il Golia della situazione.

Da anni però fluisce know-how dalla più avveniristica e ricca Formula1, soprattutto nel comparto aerodinamico, snobbato dalle due ruote per anni per questioni estetiche, con l’avvento delle prime alette a lato cupolino, lo studio in galleria del vento e la possibilità ti attingere alla immensa libreria della Formula1 sono diventate una costante, ma non per tutti.

Le case MotoGP sono oggi cinque, e la bilancia è passata a pesare dalla parte della vecchia Europa. Ma le tre case europee sono anche quelle più avanti nello studio dell’aerodinamica, Ducati in testa. La casa di Borgo Panigale, sono anni che conduce studi in galleria del vento per aumentare l’efficacia delle carenature e delle diverse appendici che spesso inventa dribblando i paragrafi del regolamento, in puro stile Formula1.

KTM E APRILIA ATTINGONO DA FERRARI E REDBULL

Ma anche KTM e Aprilia non stanno a guardare. Quest’anno la casa di Noale, forte di qualche nome arrivato proprio dal mondo delle quattro ruote, oltre a variare ancora la forma delle sue appendici, aggiunge un sistema simile al S-Dutch della Formula1 introdotto dalla Ferrari.

La KTM invece sfrutta la collaborazione con Red Bull per poter aggiungere al suo immenso patrimonio di vittorie della classe regina delle quattro ruote. La casa austriaca ha potuto sfruttare il know-how in galleria del vento della Formula1 per migliorare l’aerodinamica della RC16 2023, un vantaggio non da poco.

Restano fuori invece le due giapponesi, concentrate più sulle parti primarie delle due moto, che soffrono per ora di efficacia su telaio e motore, e con poca propensione a portare all’estremo lo studio dell’aerodinamica. Ci vuole davvero poco per passare da un passo avanti a… uno indietro.

 

 
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