Esistono varie specie di motociclisti: gli smanettoni, i viaggiatori, gli amanti dell'off-road, quelli che ci vanno solo al bar e la lista è davvero lunga....
Ognuno d'altronde vive la moto a modo suo e poi ci sono loro: i temerari bikers dei Treffen...
Quando l'inverno è alle porte, quando le temperature scendono e le strade diventano viscide se non anche innevate, loro escono dal letargo estivo e iniziano a viaggiare sulle loro moto verso questi raduni, spesso vere prove di sopravvivenza.
A piccoli passi mi sto avvicinando anche io a questo tipo di esperienza, pur avendo già partecipato a raduni invernali nelle vicinanze ma con fugaci apparizioni, e per il secondo anno affronto a metà gennaio più di 300 km per partecipare al 31° Winter Bikers di Faenza. Ammetto che non ho ancora il coraggio di dormire in tenda, la notte ghiacciata è davvero da eroi e eroine soprattutto!
Lungo il viaggio di ritorno, avvolta dalla nebbia e dal ghiaccio, entro in un turbinio di riflessioni e considerazioni sul weekend trascorso e su questo modo di vivere la moto.
Il raduno è di per sé impeccabile, l'organizzazione non lascia nulla al caso, il tutto condito dalla calorosa e simpatica ospitalità romagnola.
C'è l'area ristoro dove si possono mangiare ottimi piatti, il tendone dove ci sono i concerti e scorrono fiumi di birra, l'area giochi, l'area camping con i barbecue per poter grigliare e scaldarsi e poi c'è lui, il fulcro di tutto: un grande falò con un pentolone di vin brulé che sembra non avere mai fine. Attorno al fuoco ci si conosce e ci si racconta, si ride e si scherza, si canta... Insomma una grande festa. 
Ma chi sono questi biker? Uomini e donne di ogni età, di ogni estrazione sociale, di ogni aspetto dal più folcloristico al più compassato, con ogni tipo di moto... Io con il mio completo da turismo “Perfettino” Clover GTS-4 mi sento un po' un pesce fuor d’acqua, ma capisco subito che non ci sono distinzioni, uniti tutti dalla voglia di stare insieme e divertirci.
La maggior parte porta orgogliosa sui giubbotti le toppe dei raduni a cui ha partecipato. Ci puoi leggere una storia vissuta in moto e da qui capisco che è uno stile di vita o comunque una cosa di cui non puoi fare a meno.
Rimango affascinata dai racconti che ascolto con profonda ammirazione, soprattutto se a raccontare sono delle donne e ce ne sono davvero tante!
A notte fonda rientro in albergo, la moto e il casco sono coperti di ghiaccio... Rivolgo lo sguardo alle tende e alle moto e mi inchino al coraggio di quelli che passeranno lì la notte.
Al mattino alcuni sopravvissuti sono intorno al fuoco, i più "disperati" dormono ancora vicino alle fiamme su dei tavolacci... Sorrido e so che nonostante tutto ci rivedremo il prossimo anno...
Chissà forse in tenda...
P.S. proprio mentre stavo finendo di scrivere ho saputo che purtroppo un biker, questo weekend, rientrando dal Sibillinitreffen ci ha lasciati. Non lo conoscevo, ma tanti miei amici lo piangono... Un pensiero a Katramata... Buoni treffen lassù.
MONIKAWA
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