Parola d’ordine leggerezza. Snellire la moto è il primo obbiettivo. Ma non solo. Leggerezza d’animo di pensieri e di parole; leggerezza dietro cui si cela grande passione.
Nico ci accoglie così, come se fossimo amici di sempre ed inizia una chiacchierata nel suo “Box” che scopre luci e colori di intensi di chi sa bene quali sogni inseguire. Qui nella campagna, lontani anni luce dal fighettame della città ma così vicini alla passione vera e genuina.
Capello scarmigliato e giubbotto di pelle un po’ vissuto, reduce dal Bike expo di Verona e dal contest organizzato da Cafè Racer, Nico Dragoni è così, semplice schietto, diretto, con il suo modo di parlare pacato e controllato scatena tutta la sua fantasia nelle special che prepara “giù nel box”, mettendo il suo estro e le sue capacità tecniche a disposizione degli amici che cercano in lui il mastro forgiatore che possa regalargli una moto unica e “speciale”. Gusti del committente appunto, ma che non sempre vengono rispettati a fondo, per tenere per se quel pizzico di fantasia che sia un marchio di fabbrica.
In un mondo di moto con un “nome” , le moto di Nico sono volutamente “non battezzate” visto che lui stesso ci dice che il “nome” dovrà essere scelto da chi le guiderà, suggerito sa suggestioni, sensazioni…e fantasia.
Niente “nomi”, allora semplicemente dal garage escono con gesti lenti e misurati, una “bmw”, una “guzzi” e una “Suzuki”. Impera lo spirito scrambler, ma i semimanubri non mancano. Un viaggio trasversale nelle due ruote che sembra un po’ quello di Nico, classe 1989, che passa dal trial all’enduro, per poi mollare tutto, fare il meccanico di bici, volare in Nuova Zelanda imparando mille mestieri compreso lavorare per la Eeastern Motorcylces, e tornando per condensare tutto in una “special” su base KLE500 che lui stesso definisce “non venuta benissimo” ma che toglie la spoletta e fa esplodere voglia di fare e di modificare.
Un viaggio che continua ancora oggi in ogni angolo del suo garage, dove pezzi di moto “della qualsiasi” fanno capire che i “work in progress” sono tanti, anche dentro l’anima.
Non resistiamo caschetto in testa e si fa a un po’ a sgasare nelle stradine di campagna, il cui fascino è inversamente proporzionale alla larghezza, ma che importa non dobbiamo correre solo fare “un po’ di baccano”; nemmeno tanto a dire il vero visto che gli scarichi sono quasi “educati”.
L’aria è fredda il cielo è terso, dopo tanta pioggia, farsi tagliare la faccia dall’aria pulita in uno squarcio di sereno, con le marmitte che cantano è pura libidine. Asfalto o sterrato non importa, l’importante sono un motore è un telaio possibilmente “ignoranti”; questa è la filosofia di Nico che mi sento di condividere in pieno. In “officina” un banco auto costruito fa da ponte e torniamo a parlare di modifiche filosofeggianti e tagli col flessibile.
Quelli duri puri e un po’ fighetti lo avrebbero fatto davanti ad una birra gelata, a noi è bastato un caffè…o meglio una “cafè”.
www.nicodragoni.com
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