E tirò le marce verso il lago, quello che divide la Lombardia e il Piemonte, lasciando scorrere velocemente i paesi di quella provincia milanese che si estende verso il Ticino.
Quel ponte di ferro per attraversare il fiume da superare dopo qualche curva in discesa per poi risalire puntando decisamente verso Nord.
La statale che scivola veloce con i colori dell’autunno che fanno da cornice al suo andare, senza fretta ma nemmeno lentamente, quel ritmo che ritiene giusto per il piacere di guidare in tutta sicurezza.
Il quattro cilindri italiano ronza sornione accettando le variazioni del polso destro, pronto a regalare quella spinta per un sorpasso o semplicemente per far suonare al meglio quelle canne d’organo che riempiono di note l’aria.
La bella Arona lo accoglie ma non lo trattiene, sa che oggi la meta è un po’ più su, seguendo la costa del lago che rimane a vista alla sua destra, interrotta solo da qualche paese che segna i punti di passaggio.
La discesa di Lesa e poi di nuovo a bordeggiare la costa con quella linea precisa che le ruote disegnano idealmente sull’asfalto.
Stresa e il suo imbarcadero, la meta di oggi è questa, un punto di arrivo che è semplicemente la scusa per una veloce fuga di qualche ora, la voglia di guidare, di lasciare gli inutili pensieri scivolare alle spalle.
Quante volte ha percorso questa strada, probabilmente una delle prime uscite un po’ lunghe con quel lontano 125 a cui son seguite altre due ruote, da solo o in compagnia, a volte condividendo la sella e le emozioni, altre tenendo i pensieri stretti e protetti nel casco in quella solitudine che una visiera scura sa garantire.
Oggi ancora una volta la strada amica lo ha chiamato, il tempo di un caffè ed è ora di rientrare percorrendo la strada al contrario, a volte basta davvero poco per un attimo di piacere.