E’ incredibile pensarci ora, ma la mente ritorna a quei momenti epici, primordiali della mobilità, dove le auto e le moto erano mosse da motori a scoppio, motori a scoppio!
Già il termine fa venire i brividi, carburante fatto con residui fossili pronto a detonare dentro alla tua macchina. Difficile pensare che ad usare quei trabiccoli non sia morta chissà quanta gente, per avviarli giravi una chiave, una scintilla e BAM, avvolti in una palla di fuoco.
Rileggendo i documenti dell’epoca ti accorgi che la gente ha combattuto strenuamente per non abbandonarli, preda di chissà quale innamoramento per questi “pistoni” di metallo che andavano su e giù dentro alla macchina. Pazzesco! Tutto condito dalla dipendenza da paesi ostili o poco democratici, che vendevano petrolio con cui si facevano i carburanti, nocivi per il pianeta e per la nostra salute. Pura preistoria.
Il cambiamento non è stato però facile, sono arrivati i motori che andavano a batterie, grosse batterie che permettevano non più di 400 chilometri di autonomia, ridicoli! Enormi pacchi batterie con dentro sostanze tossiche, che nel corso del tempo hanno creato grossi accumuli di rifiuti contaminanti, velenosi. La gente impazzita sventrava intere montagne, obbligava genti povere della terra a lavorare in condizioni disumane per estrarle, mentre altre si godevano piccole parti del mondo ricche e pulite. Il tutto condito da un commercio governato da persone disoneste che pagavano poco e vendevano a tanto.
Siamo ormai lontani da quelle epoche che ci appaiono così desuete (sono arrivato alla D sul vocabolario), i gas di scarico che avvelenavano la gente, le batterie che hanno inquinato la terra, oggi i nostri motori sono puliti, utilizziamo l’elemento principale della natura, l’acqua. Non ci sono problemi con sostanze pericolose, non ci sono scarichi maleodoranti, non ci sono persone che soffrono per estrarre qualcosa. L’acqua ci ha regalato un mondo pulito e sostenibile, auto e moto silenziose, nessun rischio per la salute.
Se solo non fosse subentrata questa crisi idrica e quella poca acqua che c’è non fosse venduta a caro prezzo da chi se l’è comprata tutta.
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