In effetti sembra ieri che con quel colpo di gas simbolico, magari per qualcuno con la prima uscita vera, è iniziato questo 2023.
Un anno che dal punto di vista sociale partiva con sfaccettature poco rassicuranti, con le solita crisi e una guerra che non voleva finire e che ancora con il nuovo calendario sembra non avere soluzioni.
Un anno a cui a un conflitto se ne aggiunge un altro che toglie vetrina, ma non dolore, al primo ma preoccupa altrettanto in questo delicato equilibrio in cui la società si muove.
Povertà vera e povertà presunta, sbarchi di disperati, clima impazzito, alluvioni e calamità, infinite polemiche politiche sui temi più disparati e disperati che non fanno che alimentare la confusione e la certezza che la via della ragione si è persa da tempo.
L’unica certezza è la mancanza di rispetto, di valori, una continua esaltazione dei diritti, sacrosanti certamente, a cui non fa da contraltare una altrettanta coscienza dei doveri.
Eppure va tutto bene, perché alla fine in questa nostra povera Italia non va tutto così male, si sopravvive bene e riusciamo a farci distrarre dall’inevitabile, onnipresente, Calcio che riesce a riempire la mente di molti, mentre altri sport ci rendono orgogliosi dei nostri atleti.
La Coppa Davis che torna in Italia dopo quarantasette anni, ma anche i protagonisti dell’Atletica Leggera con ottimi risultati nei Mondiali a partire dall’oro di Jambo Tamberi nel salto in alto.
Il nuoto che ultimamente ci riserva ottime prestazioni e anche la scherma, insomma gli italiani si stanno rivelando ottimi sportivi.
Anche nei motori se nelle 4 ruote la Ferrari non riesce a essere nemmeno sul podio ecco che l’altra rossa, quella bolognese, fa il pieno con vittoria sia nel Mondiale Superbike sia nella MotoGP, permettendo al piemontese Pecco Bagnaia di fare il bis dopo il titolo dello scorso anno.
Insomma siamo forti la nostra tecnologia è forte, la nostra capacità ingegneristica è vincente e fantasiosa, è unica al mondo, eppure la stessa fantasia viene sprecata quando si parla di viabilità e di norme sulla circolazione con la follia di perseguitare le moto, alla stregua delle auto, sbandierando una finta ecologia che suona paradossale.
Un 2023 fatto di alti e bassi come del resto ogni anno da che ci possiamo ricordare e come ogni anno eccoci ad aspettare il prossimo sperando che vada meglio.
Sperare non costa nulla, metterci del nostro per renderlo migliore si può fare, dipende solo da noi anche nel poco che possiamo fare, proviamoci.
Intanto BUON 2024 con un colpo di gas e ne parleremo tra 12 mesi!