Ciao Piaggio
Categoria: trafiletti

Se aggiungiamo Grillo, Boxer e poi divaghiamo con Garelli Gulp e fratelli, Califfone e derivati e tutta la serie di motorini che negli anni ’70, ’80 e ’90 hanno fatto sognare i quattordicenni abbiamo una parentesi a 50 cc della storia delle due ruote a motore.


Quei piccoli motorini che rappresentavano un traguardo, un confine che dai pedali della bicicletta portava al mondo dei motori e quindi a una maggiore possibilità di spostarsi, di allargare gli orizzonti, insomma, la libertà.
Motorini abbandonati nelle cantine nei fienili, molti finiti nel delirio delle rottamazioni che hanno devastato il panorama motociclistico Italiano, quasi sempre regalati con la scusa di liberare spazio.
Insomma degli scomodi ricordi motorizzati che piano piano la ruggine rischiava di prendere.

Poi all’improvviso ecco la rinascita, complice la folle, quanto azzeccata idea di Alessandro “Hans” Ansaldi che più di dieci anni fa ha creato la “Monferraglia”. Un evento dedicato proprio ai vecchi Moped monomarcia con cui passeggiare allegramente in compagnia sulle colline del Monferrato.
Evento che di anno in anno è cresciuto fino a raggiungere partecipazioni da record con una esponenziale evoluzione di percorsi e mezzi.

Proprio da lì si è scatenata la riscoperta di questi “storici“, una ricerca continua che oltre a ripotare in vita piccoli monocilindrici a due tempi ha rimesso in moto un mercato fatto di ricambi, accessori, elaborazioni dedicati a questi fumosi mezzi assetati di miscela.
Una moda dall’onda lunga che ha riportato l’interesse storico anche verso i piccoli ciclomotori, Piaggio in primis, soprattutto con il Ciao, ma con una deriva che ha interessato tutto il settore andando a far risorgere dalle ceneri anche motorini ben più vecchi inseguendo l’esclusività e la rarità dei mezzi.

Ecco che la moda ha fatto scatenare il mercato con prezzi folli per dei motorini che solo qualche anno fa venivano regalati o ceduti per qualche decina di euro; la legge della domande e dell’offerta che da quelle decini si è passati in un attimo alle centinaia seguendo l’illogica del mercato.
Insieme a questi l’aumento dei pezzi di ricambio e dei pezzi speciali che in alcuni casi diventano pura gioielleria sia come preziosità, ma soprattutto come prezzi.
Eppure sull’onda di quella originaria idea le manifestazioni, gli eventi, si sono moltiplicati seguendo più direzioni, anche agonistiche, riportando indietro nel tempo i quattordicenni di allora insieme a giovani, probabilmente i figli degli stessi, avvicinandoli al mondo dei motori.

Una bolla che continua a gonfiarsi e che prima o poi esploderà, come spesso accade nell’altalenarsi delle tendenze e delle mode, rimarranno sicuramente pezzi restaurati e conservati a testimoniare il passato insieme a quelli cannibalizzati e trasformati che probabilmente finiranno dimenticati in un angolo del box o in cantina in attesa di chissà quale futuro.

La cosa più bella di tutto questo è il ritorno a giocare con quei motorini, quel tuffo nel passato che possiamo a volte vedere quando nel traffico cittadino vediamo qualcuno guidare un vecchio Ciao; anacronistico, lento, poco pratico e pure inquinante, ma con quel gusto romantico che ci fa sorridere.

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