Valentino Rossi
Categoria: trafiletti

E’ ancora una volta un pezzo rock ad accompagnare le emozioni di questo gran finale, Valentino Rossi ha lasciato da poco le corse e già ci manca… o meglio, ci mancherebbe se non fosse ovunque.


La crisi di astinenza si vede alla luce del sole, nervosismo dilagante, tic nervosi e una irrefrenabile esigenza di grattarsi. Per quanto dichiarino insistentemente di essere finalmente liberi, gli haters di Valentino sono già alla ricerca di un sostituto, non si vive senza qualcuno da bullizzare socialmente.

I lovers invece sono tra il sognante, il disperato e l’incredulo, vagano probabilmente per casa sbattendo su porte e muri alla The Walking Dead. Ma per fortuna per ora Valentino è ancora ovunque, sui giornali, negli eventi, al Quirinale, forse prossimo Presidente, un effetto placebo benefico per il popolo giallo a cui Rossi si è inchinato in segno di ringraziamento tante volte quest’anno. Si riprenderanno anche loro, dopo tutto la storia è uno splendido album dei ricordi, per quanto qualche negazionista no-rox pensi che Valentino non ha cambiato il mondo delle corse, i fatti lo “cosano”. Troveranno un nuovo amore.

Ma la realtà è che, come dice la canzone, è arrivata davvero la fine, davvero la fine, e per quanto il pezzo dei Doors diventi ad un certo punto troppo psichedelico, in alcuni passaggi sembra quasi un Valentino che parla con la sua M1, la replica forse a quel video Yamaha in cui la M1 saluta il suo capitano.

Per il campione di Tavullia si apre un nuovo capitolo, impegnato, vivace, movimentato, in cui intelligentemente ha sostituito l’adrenalina delle MotoGP con quella delle macchine, perché come ha detto più di un pilota, quella sensazione non la si può sostituire.

A noi resta una sensazione di vuoto, noi che seguiamo le corse, noi che ci appassioniamo per un bel sorpasso, noi che pensiamo che una moto sportiva sia bellezza allo stato puro, anche se qualche MotoGP ultimamente sembra più un Frankenstein, noi che abbiamo visto questo pilota emergere e che con lui, come con tanti altri, ci siamo divertiti. Senza osannarlo, senza divinizzarlo, ma pensando che come tutti i fuoriclasse sia un essere speciale.

Ci mancherà, ci mancherà anche se negli ultimi due anni è stato là in fondo, ci mancherà il suo modo di essere guascone, ci mancheranno quegli sprazzi di giallo sulla tuta e sul casco, ci mancherà quel numero 46, ci mancherà non averci tolto il dubbio di salire ancora un anno su quella Ducati GP che va tanto forte.

Ma le corse sono ancora lì. Quelle non sono ancora finite.

 

 
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