Domani.
Il suono del quattro cilindri, euro 1 dei primi anni del secolo, riempie il cortile.
L’agilità non è più quella di una volta e lui lo sa, in effetti, l’ha sempre saputo, che Lei era inadatta ed eccessiva per il suo modo di guidare, ma la sua linea nel vestito rosso/grigio l’aveva conquistato fin dal primo momento di tanti anni fa ed era ancora così, innamorato, dell’esuberante bellezza Italiana di Lei.
Sfilato il casco, il sole fa luccicare i candidi capelli e scalda il cuore come sempre succede dopo una bella passeggiata.
Il bimbo è li, sulla sua bicicletta, caschetto rosso e rotelline, sulla ruota posteriore, proprio tra i raggi, una cartolina trattenuta da una molletta a simulare il rumore del motore.
Un “trucco” insegnatogli dal nonno che a suo tempo scorrazzava con altrettanto mezzo a pedali.
Si guardano con un gesto d’intesa, il piccolo sognando il suo futuro a bordo di una moto vera, lui invidiando tutto il tempo davanti del nipote.
Come spesso succede viene la voglia di sedersi un attimo, fermarsi qualche minuto in questo mondo frenetico, a parlare o ascoltare e l’invito “raccontami qualcosa” diventa la scusa buona.
Gli anni di differenza scompaiono su quell’assolata panchina, lui non è mai stato bravo a raccontare, più a modificare a suo modo tentando di essere credibile vecchie storie.
Gli viene in mente un famoso detto Africano, lo adatta e lo rovina, lui è bravo in questo, a modo suo.
“Ogni mattina un Harleysta scende nel box e va verso le campagne, ogni mattina un BMWista scende nel box e va verso mete lontane, ogni mattina un Ducatista scende nel box e va verso curve di Piacere……….
……. non importa che moto hai, l’importante è andare”.
Il bambino finge come ogni volta di apprezzare il racconto, o forse gli piace davvero solo perché le parole giungono dal cuore attraverso un legame stretto e sentito, probabilmente il significato è oscuro, ma lo scoprirà presto.
Un saluto ed entrambi indossano di nuovo il casco, salgono sulle loro amate creature a due ruote, ripartendo, con un sorriso e uno sguardo d’intesa, verso il proprio futuro più o meno lungo.
Flap
