Gli occhi di mio padre
“My Father’s eyes” cantava qualche anno fa Eric Clapton.
Questa canzone mi è venuta in mente mentre osservo mio padre, lo conosco da 51 anni, tanti da quando sono nato.
Un genitore presente, severo ma attento alle esigenze di noi figli che sfidavamo la sua presenza per il semplice gusto di farci insegnare a crescere.
Lo osservo e poi mi rivedo allo specchio, ora trovo che gli somiglio, il viso che a detta di tutti era simile a quello di mia madre col passare degli anni mette in risalto quelle caratteristiche che sono tipiche di papà.
I suoi capelli da sempre grigi e ora bianchi mantengono un mosso che non appartiene ai miei, ma il bianco ormai compare a tratti anche tra i miei.
E’ sempre mio padre, anche ora che anche io lo sono, anche ora che l’età porta a confrontarsi maggiormente per motivi pratici, quando i ruoli si invertono e il tempo che lui ha dedicato al mio crescere va restituito per aiutarlo dove la fatica comincia a farsi sentire.
Gli occhi di mio padre capaci di sorridere di fronte all’ennesima moto che vede entrare nel mio box.
Un padre motociclista, come molti forse, ma che io non ho mai visto in moto.
Allora la scelta era obbligata all’arrivo di un figlio e così le due ruote son rimaste nei ricordi e nei cassetti, finché non spuntano delle foto in bianco e nero che forse spiegano un sacco di cose.
Foto dove riconosco ancora gli occhi di mio padre.
Flap
