La casa indiana quarto produttore al mondo di motociclette arriva nel vecchio continente e sceglie l’Italia per iniziare il suo percorso. Cose già viste? Non proprio, vediamo perché.
Alla fine sono sbarcati, arrivano anche loro dal far-east ma non sono quelli del dragone. Sono tutt’altro animale, con una filosofia e una storia diversa, con un'esperienza che parla di 4 milioni di veicoli venduti in un anno, partiti dai numeri di una mobilità nata per motorizzare un miliardo di persone che non potevano permettersi un auto, con un percorso che li ha portati a diventare estremamente moderni, organizzati, superando anche la fase industriale aggressiva ma poco amica dell’ambiente. Loro, TVS, producono oggi in un impianto annegato in una foresta dove lavoro, produzione e ambiente, si sono ritrovati. Loro sono indiani.
E’ un mondo globalizzato, la tecnologia si sposta, l’ingegno umano ne conosce il valore, e al pragmatismo di certi popoli non sfuggono le opportunità. La grande forza produttiva, i costi di produzione più contenuti, la propensione alla tecnologia, hanno fatto di TVS uno dei più grandi produttori al mondo di motociclette, scooter, veicoli elettrici, e-bike.
Moderni, tecnologici, estremamente connessi
Da noi arrivano con alcuni prodotti del loro catalogo, modello di punta sarà l’Apache, da 310cc in versione naked e carenata, poi gli scooter, che visto il design, i contenuti e il prezzo potrebbe avere le carte in regola per bucare il mercato. E per il resto? Il resto è il nostro mercato bugiardo, fatto di un popolo di sognatori che desidera le moto premium, ma in tasca ha cifre più contenute. E allora la filosofia TVS potrebbe farcela. Moto ben fatte, design, qualità, modelli estremamente connessi, tecnologici, a prezzi che stanno a metà tra le case premium europee e giapponesi, e quelli del dragone. L’esperienza dopo tutto TVS se l’è fatta con la lunga collaborazione con BMW, con la quale ha condiviso sulla G310, non stiamo parlando esattamente di un exploit alla cieca.
Si parte da noi perché il mercato italiano lo scorso anno ha svettato in ambito europeo, ma come noto è anche quello più difficile, c’è il gusto, c’è il cliente esigente, c’è il desiderio di qualcosa di speciale. La produzione TVS è focalizzata su cilindrate che vanno da 110 e 310, scooter e veicoli elettrici, oltre che e-bike, settore che ha un forte appeal, e 3 ruote. Se per gli scooter, un utility vehicle che visto il mix di design e contenuti potrebbe facilmente bucare il mercato, il settore moto è un animale totalmente differente.
Una filosofia differente, c'è il green ma... senza estremismi
Servono carattere, design, contenuti, prezzo. Quello che abbiamo visto a questa presentazione però promette bene. La cilindrata non è quella tipica di casa nostra, ma saranno moto per chi cerca qualcosa di facile, per iniziare o per divertirsi, che non toglierà niente al gusto di avere una moto vera sotto al sedere.Parliamo di un monocilindrico da 35cv, con focella rovesciata, display da 5 pollici, disco anteriore singolo da 300mm, ABS, riding mode, per 169kg di peso. Ma soprattutto come visto con altri marchi… queste aziende sanno adattarsi velocemente alle esigenze del mercato di riferimento, creando anche qualcosa di nuovo.
Filosofia differente, non è TVS che sceglie il cliente, ma non è nemmeno TVS che sceglie il dealer. TVS che ha scelto un managment di valore e si settore tutto italiano, con a capo Giovanni Notarbartolo di Furnari, TVS che ha mappato tutti i dealer d’Italia per invitarli a vedere e provare la loro produzione e scegliere di diventare partner TVS Italia. Popolo diverso, filosofia diversa. Vincente?
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Non manca l’approccio alla mobilità green, che fatica a bucare la passione dei biker di casa nostra, ma che visti gli obblighi imposti dall’Europa sarà punto cardine nella strategia TVS, già pronta ma senza estremismi che impongono lo stop alla produzione endotermica. Dopotutto l’Europa non è tutto il mondo.
A noi non resta che accogliere TVS in Italia, la valuteremo come fa qualsiasi motociclista con una moto, la guarda, la prova, la gusta, e tra qualche anno vedremo se il “marchio del cavallino” sarà stato capace di bucare nella passione dei rider italiani.
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