C'è un motociclista alla porta
E' stata l'esclamazione di una casalinga impegnata nel pranzo della domanica quando ho suonato al campanello della porta più vicino al punto in cui la mia randagia ha deciso di lasciarmi a piedi. Una domenica di primavera, in questa primavera così piovosa, in cui il sole ha deciso di far capolino tra le nubi, la batteria mi ha lasciato a piedi.
Che fare? Nel guardare la strada di un paese della bassa, la domenica intorno all'una, mi sono venuti in mente i film di Sergio Leone, mancava solo il colpo di vento che faceva rotolare la paglia per strada, e poi di sicuro voltandomi avrei visto Clint che si accendeva il sigaro. Lui si che aveva l'animo del motociclista...
La casa più vicina era a pochi metri. Sono stato qualche minuto appoggiato alla moto a contemplare il momento. Un decennio in moto e 2 volte a piedi in pochi mesi, l'asfalto che scorre sotto le ruote sa essere bizzarro.
Suono al campanello, la signora si affaccia e le chiedo se c'è il marito. Esce un omone formato armadio vestito con pantaloni mimetici. Gli faccio presente la situazione, e in pochi attimi, senza tentennare, si attiva. I cavi non ci sono, ma va a procurarseli. Da casa una voce anziana gli grida che c'è il pranzo della domenica, ma niente. Lui è partito.
In meno di mezz'ora i due cilindri ricominciano a prendere a pugni l'aria fin lì troppo tranquilla, infrangendo quell'atmosfera un po' western.
In quest'Italia malata, ma mai moribonda, la forza non manca perchè la sua forza sono le persone. Ci si chiede a volte quanto può essere altruista la gente, e cerchiamo sempre di misurarla in danaro. Ma poi scopri che un gesto, un po di tempo, una mano tesa, un italiano è ancora capace a darla, e una piccola disavventura si trasforma in un altro pezzo d'asfalto pieno di speranza.
E' un Italia con l'anima da motociclista, è un Italia di fratellanza. Ancora.
Wolf