Chiusi i giochi con il round di Mandalika, Ducati è campione anche in Superbike e l’annata è una specie di all-in con cui crogiolarsi al sole della gloria, ma… qualcosa è mancato.
Il grido “campioni del mondo” in realtà andrebbe ripetuto sei o sette volte, tra i titoli incassati in MotoGP e quelli in Superbike se a Phillip Island sapranno tenere le posizioni, annoverando tra l’altro anche il titolo come miglior pilota indipendente, quello di Axel Bassani, che ha potuto anche lui festeggiare in Indonesia un’annata straordinaria. Da vedere se Ducati saprà tenerlo più vicino.
E’ stata una lunga galoppata per la casa di Borgo Panigale in Superbike, con qualche inciampo e qualche follia, Alvaro atterrato in Superbike quattro anni fa e poi ripudiato per non aver saputo domare la neonata V4. Si perché questa lunga storia va ricordato, annovera anche la moltiplicazione del motore desmodromico, quello che ancora oggi alcuni puristi rifiutano di riconoscere come Ducati, ricordando che l’ultimo titolo Ducati in Superbike è stato con il mitico bicilindrico con Carlos Checa. Questo è il primo mondiale dell’era a quattro cilindri, è un giro di boa.
Alvaro ce l’ha fatta, ha vestito anche lui tuta e casco dorati, dando ulteriore alternanza ai vincitori della Superbike, vituperata, talvolta ripudiata, un po’ troppo alchimizzata forse, ma sempre nei cuori degli appassionati. Alvaro ha trovato casa, ha trovato un titolo che finalmente segna il suo nome nell’albo di quelli che contano. Alvaro ce l’ha fatta.
In questa giornata straordinaria, eco lontana di quanto accaduto a Valencia, è mancata solo la presenza vera della casa di Borgo Panigale. C’era Gigig Dall’Igna è vero, ma che bella cosa sarebbe stata un Pecco Bagnaia, già titolato, ad attendere al traguardo il nuovo campione del mondo della Superbike. La fantasia ci ha spinto fino a lì, ma Pecco non c’era.
Poco da raccontare per questa tripletta di Toprak Ragzatlioglu che ha letteralmente dominato tre gare nell’infuocata Mandalika, con Bautista in sordina, forse troppo teso, in Gara1 e in Superpole Race, ma capace di andare a prendere i punti per chiudere la questione titolo in Gara2, mettendo un punto con un turno di anticipo. Johnny ancora in difficoltà ma più solido, nell’attesa che la Kawasaki, o i regolamenti, sblocchino la sua moto.
Chiude per Ducati l’annata più incredibile di sempre, alza l’asticella per tutti, grida il suo nome sul mercato delle moto e popola l’immaginario dei motociclisti. Uno spot per questa Italia che corre e che mostra le capacità ingegneristiche davvero mirabili, mentre i colossi si trovano ad inseguire.
Tra otto giorni tutto tornerà a zero, una specie di giorno della marmotta sempre uguale in cui Ducati e i suoi piloti si troveranno a dover ricostruire tutto da capo, con il peso e la gioia di un anno vissuto sulle stelle, da ripetere con avversari sempre più accaniti e coriacei. Sapranno replicare questa annata pazzesca? Non è ancora finita ma… non vediamo l’ora di ricominciare per saperlo.
Si chiude a Phillip Island, ultimo splendido circuito della stagione.