Il corsaro sei volte campione del mondo non si fa problemi a dissotterrare qualche vecchio scheletro della sua lunga carriera, specialmente se provocato, Ducati replicherà?
Pungolato dal suo ex team manager del suo secondo anno in Superbike in sella ad una Ducati, Max Biaggi affida la sua replica ad un lungo post sui social in cui non lesina su alcuni risvolti del suo sbarco in Ducati nel 2008, quando vedeva nella moto di Borgo Panigale una possibilità di riscatto, e a suo dire invece trovò una serie di scelte tattiche che lo penalizzarono.
Il suo ex team manager è Borciani, che ai tempi della Ducati Sterilgarda lo prese a bordo in virtù di un contratto firmato dal corsaro direttamente con Ducati. Borciani racconta in un’intervista di quanto fu duro quell’anno per una scelte di capricci da prima donna che caratterizzarono il comportamento di Max.
Di ben altro avviso Max Biaggi, che senza timori ha raccontato di come andarono le cose quell’anno, l’anno del debutto della nuova cilindrata a 1198. I test in Asutralia andarono così bene, racconta, che pensò di avere una grande possibilità, ma arrivato al secondo test la moto era inspiegabilmente più lenta. Incalzato il suo capotecnico questi rivelò che Filippo Preziosi, direttore generale di Ducati Corse, gli aveva ordinato di caricare una mappatura che tagliava la potenza dal 15 al 18%, il tutto per evitare che due piloti, lui e Troy Bayliss, avessero l’opportunità di dominare le gare causando un intervento regolamentare sulle moto che dovevano essere “pareggiate” con le 4 cilindri 1000 attraverso air box e peso.
Secondo Biaggi quando Bayliss fu ad una lunghezza sufficiente, si tornò i 12.250 giri originali.
Una scelta che ovviamente Max prese male e che come lui stesso dice, lo portò a riavvicinarsi ad Aprilia, portandolo sulla nuova RSV4 e ai due titoli Superbike. Della serie non tutti i mali vengono per nuocere. Di certo a Ducati non piacerà questa pubblicità, chissà in una replica.
Il post orginale di Biaggi