Categoria: Le nostre prove

Forme classiche che di più non si può, monocilindrica, con motore tanto piccolo da sembrare quasi anacronistico, niente elettronica, niente fronzoli, solo ferro e sostanza. In una parola: essenziale. E’ la Royal Enfield Classic 350.

SI MA ALLORA COSA CI VUOI RACCONTARE?

Prima ancora di parlarvi delle caratteristiche tecniche della moto voglio narrare di sorrisi, di piacere dell’andare per il gusto di farlo, di stare in sella senza avere sotto le chiappe millemila cavalli e, guarda un po’, di godere, lo stesso e forse di più del viaggio. E non intendo il viaggio dei mangia km, non intendo necessariamente la lunghissima percorrenza in giornata da esibire più come status simbol dell’essere fighi prima ancora di vera esigenza. Parlo del viaggio da A a B, siano essi distanti pochi Km, o molto non importa, l’importante è l’andar e magari, per una sacrosanta volta dimenticare l’orologio. E non devo scrivere tutto questo per giustificare qualcosa, per giustificare 350 cc che fanno ridere i più, che non sanno che il mercato sta dando ragione a questa piccola macchina del tempo. E ve lo dice uno che di moto un po’ ne ha provate. Certo a chi non piace l’adrenalina, a chi non piace sentirsi strappare via il manubrio dalle mani con un colpo di gas? Evidentemente non piace a molti motociclisti che negli ultimi anni hanno scelto il marchio indiamo per un andamento più lento e piacevole, e questa Classic 350 non è da meno. Nell’epoca dei mordi e fuggi, dei video/social da meno di 30 secondi, dove tutto scorre veloce l’essere un po’ più lenti diventa una ricchezza, prima di tutto per l’anima.

royal enfield

COME E’ FATTA.

Il nome dice tutto, “classic”, la moto con le forme da moto, come la disegnerebbe un bambino, proporzionata, con le ruote (quasi) uguali, il sellone e il bel serbatoio a goccia che sovrasta il cilindro verticale, che più verticale non si può.  Fanalone tondo alogeno (led vade retro). Il telaio è monotrave e i freni sono a disco con ABS (unica “diavoleria elettronica”) di legge. Disco da 300 mm all’anteriore e 270(!!) al posteriore. Strumentazione essenziale ma non manca la presa USB (ben celata) per la ricarica del decisamente meno classico smartphone. La gomma anteriore ha una larghezza di 100 (/90) mentre al posteriore un deciso 120 (/80).

classic 350

Tutto questo genuino ferro indiano si traduce in un peso di 195 kg, non pochi se pensiamo alla potenza erogata, ma bilanciati alla tipologia di moto. Già, dicevamo, la potenza: 20,2 cv, e una coppia di 27 Nm a 4000 giri circa, che il ben rapportato cambio a 5 marcie rendono comunque brillante. Le percorrenze con un litro di benzina sono impressionati, dato che conti alla mano abbiamo superato (abbondantemente) i 30 km con un litro. La moto, in qualsiasi colorazione, è un trionfi di cromature ed elementi davvero classici ma così sapientemente dosati da non sembrare mai stucchevoli. La perla? La palpebra sopra il fanalone tondo che ci fa sorridere sempre. Insomma se non fosse per i succitati freni a disco potrebbe essere tranquillamente una moto che ha attraversato uno stargate direttamente dagli anni ’50, e il suo fascino, a festa finita, sta proprio in quello. O per lo meno questo è il nostro parere.

COME SI GUIDA

Senza stress! Si toglie il cavalletto, si da vita al piccolo mono si ingrana la prima e si fa, senza troppe menate. Verso quella strada in collina che volevi fare da tempo, verso l’aperitivo o l’ufficio con una versatilità davvero inaspettata, tanto da permetterti di affrontare le disastrate strade della prima collina senza pensare troppo alla taratura delle sospensioni o a quanto gas dare o togliere. Si frena poco sulla Classic 350, si viaggia a gas costante anche quando l’asfalto si ripiega un po’ su se stesso ed iniziano le curve. La posizione in sella è comoda, sia per chi conduce, sia per il passeggero, con un ottima triangolazione tra pedane, sella e manubrio, il buso eretto e una grande quantoityà d’aria in faccia, dato che qui la galleria del vento nemmeno l’hanno nominata. Meglio così!.

royal enfield

Piccola ma non piccolissima ospita con comfort piloti anche di oltre 180 cm, e con una altezza sella pari a 805 mm da terra addirittura risulta alta per i più corti di leve, che possono nel caso, far montare una sella ribassata. Il motore raffreddato ad aria e olio trotta che è un piacere, puoi contare gli “scoppi” come dice sempre un carissimo amico innamorato delle Royal. La lunga marmitta (lunga anche per motivi di omologazione) rischia di toccare l’asfalto se proprio volete fare gli esagerati, ma ha senso? Ve lo dico io no, quasi quanto pretendere di tirare il collo al 350, che preferisci trotterellare allegro, che tanto anche sotto stress da quello che può e vuole. La strumentazione è ben leggibile anche se a volte in particolari condizioni di luce, il piccolo display LCD è difficile da leggere. Inutile dire che la Classic condivide molto con al sorella Meteor 350 (vene abbiamo parlato qui link), ma non proprio tutto, ad esempio (aimè) qui il sistema di navigazione Turn-By-Turn non è di serie, ma per il resto il motore è identico, cambiano alcune quote ciclistiche.

classic 350

ANDAMENTO LENTO?

Ci ero quasi riuscito ad arrivare fin qui senza la citazione scontata a Tulio de Piscopo, che poi alla fine proprio citazione non è. Perché un conto è parlare di lentezza in senso negativo, un conto è parlare di brio, di buone vibrazioni, di quell’essenza nascosta nella passione motociclistica che ti fa apprezzare delle cose che hai più sfuggirebbero. Rallentare un attimo mi ha fatto vedere uno scorcio in quella valletta fatta mille volte ma che mai avevo notato, rallentare un attimo mi ha fatto apprezzare ancora di più, luci, colori, profumi, tramonti. Come in un bel film, di quelli che non passano mai di moda….i classic(i) insomma!

calssic 350

Foto di Roberto Serati

Abbigliamento del Test: Giacca Carburo Legend - Pantaloni PMJ Deux - Casco Carburo - Guanti Clover - Anfibi TCX

 

 

 

 

GALLERY

 

 

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