Kawasaki Z1000sx
Categoria: Le nostre prove

Gran parte della mia personale storia motociclistica è legata ad una “ST” ovvero “Sport Tourer”, non tanto come modello specifico della mia moto, quanto ad un concetto, ad un segmento ormai quasi dimenticato; si perché se è innegabile che negli ultimi hanno il settore touring, sia completamente monopolizzato dalle Crossover, o meglio dalle endurone stradali, è altrettanto vero che c'è uno zoccolo duro di motociclisti che preferisce ancora il concetto di turismo sportivo, per non dire veloce, ma la somma dei due termini in questo caso ricorderebbe troppo il nome proprio di una moto italiana.

Kawasaki Z1000sx

Qui invece parliamo di una giapponese purosangue, cognome Kawasaki, che non solo ha avuto il coraggio, se cosi possiamo dire, di aprire di nuovo il mercato delle Sport Touring qualche anno fa, ma ha raggiunto livelli di vendite e successo notevoli. Certo questo traguardo non è nel mercato italiano, ma se pensiamo (per esempio) che in quello inglese è stata per anni tra le Top-3 più vendute, qualche domanda bisogna farcela. Fatta tutta questa lunga premessa, ho pensato, deciso e votato in autonomia che dovevo essere io a provare questa moto da turismo dannatamente veloce. In effetti, la prima impressione salendo in sella e percorrendo i primi Km è che tu stia guidando, una super sportiva, ma decisamente più comoda, cui puoi attaccare un bel paio di valigie.

Kawasaki Z1000SX

Quanto scritto sopra può sembrare una bella battuta, ma la realtà dei fatti è proprio quella descritta, una posizione in sella confortevole, con i semi-manubri ad un'altezza tale da non caricare i polsi e di conseguenza una posizione della schiena leggermente piegata in avanti ma non troppo. Ecco su questo punto vorrei soffermarmi visto che con la “mia” ST ho percorso più di 150,000 km.....vi siete mai accorti che forse la posizione del busto perfettamente verticale, sulle lunghe percorrrenze non è alla fine poi così comoda, mentre con il busto leggermente piegato in avanti le vertebre lombari soffrono meno??? No???? Sono solo io che ho questa visionaria impressione??

Chiudendo parentesi e tornando alla moto, devo dire con assoluta chiarezza che ad Akashi hanno fatto le cose per bene. Tutto è pensato nei minimi particolari su questa moto, dalla protezione aerodinamica, comfort in sella, capacità di carico....e last but not least un motore infinito che regala sensazioni adrenaliniche pure. D'altra parte i 142 cv (centoquarantadue!!!!) erogati dal millone Kawasaki sono tutt'altro che nascosti, anzi sono tutti li nel tamburo di quel revolver chiamato acceleratore, che puoi accarezzare o spalancare, ma il risultato non cambia, tanta è l'esuberanza che regala ad ogni rotazione. Intendiamoci bene il comando del gas è tutt'altro che ingestibile anzi, è pensato proprio per chi come me vuole sempre scegliere se passeggiare con la sesta inserita, o dare fuoco alle polveri di tutte le marce. In questa seconda ipotesi devo “purtroppo” (le virgolette le ha messe l'angioletto sulla spalla destra) comunicarvi che già in prima siamo oltre a qualsiasi velocità codice, buttando dentro la seconda o siete su una autobahn tedesca o siete in pista o siete fuorilegge.

Meglio conservare i punti sulla patente quindi e godersi la coppia e l'erogazione del 4 cilindri che non finisce mai di stupire in qualsiasi marcia lo stiate usando. L'elettronica ci aiuta con due mappe “Full” e “Low” power, ma sono sicuro che in pochi di voi nel caso inseriranno la low. Durante la nostra prova abbiamo (aimè) dovuto affrontare qualche trasferta autostradale, condizioni regina per apprezzare la protezione aerodinamica, che è davvero notevole, tanto che superare i limiti senza accorgersene è un attimo da tanto si è protetti. In più il plexy è regolabile (solo a moto ferma), in modo tale da deviare l'aria dal casco anche ai piloti più alti. I consumi bassi e un serbatoio da 19 litri consentono percorrenze di tutto rispetto. Gli specchietti sono montati sul cupolino è e possono sembrare davvero ampi, ma l'ampiezza corrisponde poi a quelal delle borse laterali, insomma, dove passo con gli specchi passo con tutto.

Da guidare è divertentissima, l'ho strizzata un po' sulle curve del lago (eh si mi piace guidare vista lago) ma non solo, tirando fuori in diverse occasioni la sua anima sportiva, con percorrenze velocissime di curva e angoli di piega che sembrano infiniti, semmai limitati dalle condizioni del manto stradale; si frena forte ma mai in maniera troppo cattiva, l'ABS interviene senza essere troppo invasivo e la sequenza staccata – inserimento – uscita – gas è talmente immediata che vorrete guidate solo su strade curvose. Per i “turisti” evidenzio che le borse laterali (molto eleganti per altro) hanno una capacità di 28 litri, ma si può montare anche il bauletto (scusate ma io proprio non ce lo vedo) e aggiungere altri 47 litri.

Difetti...nessuno clamoroso, semmai qualche commento personale, rispetto al strumentazione di bordo con cui a mio avviso si poteva osare di più (la tecnologia c'è) e i pulsanti dei comandi ai semimanubri il cui design non mi fa impazzire. Di contro i fari Full led sono una cosa spettacolare, sia come immagine fine a se stessa sia come resa al buio. Abbiamo guidato dal Z 1000 SX a partire da fine agosto e, liberi di non credermi, il calore emanato dal motore sulle gambe è.....praticamente inesistente....magia dei tecnici Kawasaki. Insomma, abbiamo guidato una moto dal design accattivante, comoda, potente, che non vede lora di partire con voi...per la felicità di chi come me, lungi dall'essere bastian contrario, forse vorrebbe tornare a viaggiare con una Sport Touring.

 

aMotoMio ringrazia Kawasaki Italia per la moto concessa in prova

 

Abbigliamento del test: Giacca Spidi Tronik net, Pantaloni Clover, Casco LS2 Breaker, Stivali TCX, Guanti Spidi

Fagna

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