Categoria: La moto in rosa

01 - Scuola Guida - lesson one

Tempo fa ho scritto voi un articolo dal titolo “la mia prima volta” , descrivendo come da tranquilla ed inesperta venivo catapultata nel mondo dei motociclisti. Da allora sono passati quasi due anni e a furia di fare lo zainetto ho iniziato a vedere la moto con altri occhi; e piano piano l’idea di provare a guidarla è venuta a galla.

Non è stato così semplice, in primis perché io la patente della moto non ce l’ho, secondo non ho una moto e terzo (e fondamentale) l’unico mezzo a due ruote che ho guidato è stato un mitico e glorioso “Ciao”.

Viste queste premesse è inutile che vi dica che nessun motociclista vi farà mai guidare la sua moto; l’opera di convincimento al “Fagna” è stata davvero assai difficoltosa e dopo una serie di risate (come a cambiare discorso) e una altrettanto notevole serie di “no, no, assolutamente no”, alla fine ha ceduto e ha acconsentito a farmi da maestro; la fortuna vuole che il box del maestro ospiti un bellissimo Fantic Trial 50 del 1985, che è stato spolverato, e riavviato per fare da “nave scuola”. Inoltre il Fagna ha anche trovato il posto ideale per il primo giorno di scuola;
Immaginate quindi questa scena:  Domenica pomeriggio, 25 gradi, un enorme prato tagliato di fresco e l’agricoltore (gentilissimo e disponibilissimo) che inizia a ridere appena ci vede arrivare.
Scoppia subito la guerra sull’indossare o meno le protezioni. Alla fine la spunta il maestro, con l’unica concessione di non indossare il giubbotto. Sarà il sole limpidissimo, sarà la tensione ma senza ancora far niente, sudo freddo.


Primo insegnamento. Salgo in sella e cerco di accendere il “potente” mezzo; accensione all’antica a pedivella; parte subito, sento che siamo già amici; ora non mi resta che applicare il secondo concetto..la partenza; Davide mi dice di mollare piano la frizione e di dare un filo di gas…e poi??? E poi ci sono le marce da cambiare!!!! Messa la prima già non mi ricordo più se tutte le altre sono in giù o in su, e come devo fare a scalare marcia! A posto siamo!!! Il primo pensiero è “non ci riuscirò mai”. Il maestro mi ripete il concetto del funzionamento del cambio almeno dieci volte e pian piano inizio a capire ed ingranare in tutti i sensi. Riesco ad arrivare in fondo al campo, riesco a fare inversione ed a tornare al punto di partenza. Non faccio in tempo a godermi l’esaltazione del successo che Davide decide di aumentare un po’ le difficoltà; , dice, ….e avanti…penso io. Adrenalina a mille, ma con il “trialino” sto prendendo sempre più confidenza. Detto così sembra tutta una passeggiata, ma è tutto il contrario; fatto sta che tira e molla, con caparbietà riesco anche a guidare sulla strada di campagna che costeggia il campo. Bellissimo…ma che fatica. Il polso sinistro inizia ad indolenzirsi, scopro così gioie e dolori del piccolo motociclista. Finisce così’ la mia prima lezione, il divertimento è garantito, il male a tutte le articolazioni anche.

Vedremo alla “lesson two” cosa riusciremo ad inventarci, nell’attesa del sogno di poter guidare una vera moto.

Cri

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