Categoria: Biker World

“Wet Race”
Cronaca semi-seria di un sabato pieno di pioggia, preparando le qualifiche per una primavera che non vuole arrivare.

 

Gara 1.
La sanificazione del casco. Accessorio che considero più salvavita che obbligatorio per legge, per la maggior parte di noi motociclisti è oggetto di cura maniacale, che però il più delle volte si limita alla calotta esterna e alla visiera; sacrosanto e doveroso, dimenticandosi però che la zucca la infiliamo dentro, nella parte morbida (vi garantisco che è lì che va infilata, ho letto le istruzioni).
Sempre in codesta parte vera e propria spugna, si riversano batteri e germi che aimè normalmente ci portiamo dietro; non fraintendetemi non ho dichiarato guerra allo shampoo, ma parlo di dati di fatto. E se è ben chiaro che il lavaggio completo dell’interno del casco è un’operazione laboriosa, oggi eliminare i batteri che con decisione vogliono venire in moto con noi, è molto più facile.  L’idea viene da HC Project (http://www.hcproject.it/) che ha messo a punto l’apparecchietto che vedete poco sotto in foto.

No, non è un microonde, ma un oggetto che serve, attraverso un complicato (che poi sia complicato che vi frega, lo fa la macchinetta) processo di ozonizzazione, va a fare strage di tutti quei batteri che si sono messi una grande idea in testa. Vedo già orde di ambientalisti che si schiereranno in difesa del batterio, se ne faranno una ragione, io il mio casco l’ho infilato dentro (sperando che non venisse teletrasportato direttamente dentro l’Enterprise del capitano kirk) e dopo pochi minuti ne è uscito profumato di... ozono appunto. Che profumo ha l’ozono? E che ne so guardate su wikipedia. E se volete un trattamento ancora più strong con appunto anche il lavaggio vero e proprio degli interni, magari da fare prima del trattamento nel curioso “fornetto” chiedete allo staff di Cinque Anelli, avranno la risposta per voi. Lavaggio completo o semplice disinfezione, nel negozio Milanese tratteranno il vostro casco con cura e passione.

Gara 2.
Caberg Day. L’azienda Bergamasca per festeggiare la primavera ha organizzato una giornata di presentazione dell’intera gamma con prezzi di lancio davvero interessanti; Vista il clima più che un test drive su strada sono stati chiamati dei palombari che dopo una breve corsa in via Novara hanno certificato l’impermeabilità dei caschi made in Bergamo. Scherzi a parte chi ha avuto la fortuna o la furbizia di approfittare della giornata di sconti e presentazione si è messa in testa prodotti davvero validi, made in Italy che sempre più dimostrano che il buon rapporto qualità (alta) prezzo (giusto) è un’idea che si può seguire e perseguire.

Anche le foto delle nostre belle zucche, pardon dei caschi da noi testati facevano bella mostra nella sala; ovviamente per rispetto a bambini e deboli di cuore abbiamo scelto scatti, dove le visiere erano ben chiuse, ma vi assicuriamo che eravamo noi, parola anche di Lupetto (o Wolfetto). Tra l’altro, ancora una volta mi è caduto l’occhio anche sulle nuove grafiche del casco EGO, che possiedo e che ogni volta che indosso mi stupisco di come non sia stato capito dal mercato; nel mio caso scegliere un casco con “radiatore” per i miei neuroni sempre surriscaldati ed esauriti è stata una manna dal cielo…orobico. Peri più curiosi link alla prova click qui

Gare di contorno.
Harlem Shake. E siccome non si può vivere di sola passione motociclistica, ma bisogna pur spaziare, le bollicine, specie se di qualità sono una valida divagazione.
Tanto lo sappiamo già come vanno a finire ste cose; fuori c’è Noè che insegue i ritardatari per il varo dell’arca e dentro il negozio, pochi selezionati complici, s’inventano una boiata dietro l’altra finché la battuta non diventa realtà e la realtà diventa storia consegnata ai meandri di Internet e Youtube.
Certo mi chiedo anch’io, come voi, chi cavolo l’ha inventato sto Harlem shake e sopratutto perché sbiellano tutti per sta cosa; finite le domande filosofiche e pallose, però ci siamo tuffati nel vortice anche noi; giusto il tempo di improvvisare un set, convincere uno a caso a vestirsi di arancione, convincerlo ancora di più che per “mettersi un Caberg in testa” non s’intendeva la scatola e cominciare a muoversi senza senso….. il risultato? Giudicatelo voi qui sotto.

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E ricordatevi c’è crisi e vero, e di motivi per avere il broncio (leggi; maroni girati) ce ne sarebbero a quintali, ma…ridere e sorridere fa solo bene, a noi e a chi ci sta di fronte.
aMotoMio.it ringrazia lo staff di Cinque Anelli per la sempre simpatica complicità e lo staff di Caberg Helmets per la fiducia che sempre ci accorda.

Fagna

 

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