Eicma 2024 special BMW
Categoria: Biker World

L’EICMA del grande ritorno non ha urlato ai quattro venti novità eclatanti, ma ha abbracciato uno dei momenti di pluralismo motociclistico più esteso di sempre!

Il vecchio detto nel caso di questo EICMA venti ventiquattro, come direbbero gli americani, non è tanto fumo e poco arrosto, ma esattamente il contrario, fumo poco e arrosto tanto. Ma è forse stato proprio l’arrosto della domenica, quello dei very normal bikers, niente cibo gourmet, niente finissime delizie culinarie, niente golosissimo junk food, niente tartine al caviale. Solo un succulento e comunissimo arrosto con patate, buttato lì nel piatto, non impiattato.

Le case motociclistiche hanno imparato dai costruttori di auto che cosa sia una piattaforma, se il cuore di una moto è il motore, si è scoperto che il cuore di una moto può essere riciclato all’infinito, grazie al sorgere della ormai sacra elettronica, in attesa che l’intelligenza artificiale ci corregga anche quando vogliamo fare una bella penna. Il re di questo artefatto è il bicilindrico frontemarcia, che è sorto al ruolo di protagonista per merito di Kawasaki probabilmente, con la sua ER6, poi diventata una Versys, una Ninja e poi qualche altra cosa. Oggi c’è solo l’imbarazzo della sceltra tra Suzuki, BMW, Yamaha, Benelli, Moto Morini, Honda, CF Moto, Aprilia e ora anche KTM, una degli ultimi baluardi del sacro bicilindrico a V.

Bentornata moto onesta

Il tutto per concentrare gli sforzi lì, in quell’esatto punto, in quel range dove la moto, per i nostri standard europei, non è ne piccola, ne grande, lì dove deve stare esattamente una media per stare giusto giusto nelle tasche di tanti che ritornano ad abbracciare la passione motociclistica, là dove stavano le moto agli inizi degli anni 2000 quando per permettersi una moto, anche con il pensiero, non doveva montare la centralina di un F35, le gomme di Pecco, le sospensioni di Marquez, i freni di Toprak e oggi anche l’aerodinamica di Hamilton. In quegli anni dove in strada eravamo a migliaia e ci bastava una moto onesta, una moto che ci faceva comunque sognare. Poi qualcosa si è rotto.

EICMA 2024 quindi si è popolata di moto per l’uomo che sogna anche senza avere un patrimonio in tasca, nessun bombardone, nessun razzo. Negli stand abbiamo trovato così tante interpretazioni diverse di moto di media gamma, novità tutte interessanti e che riportano tanti a fare i conti per vedere se ci stanno dentro. Troviamo la gamma Aprilia con l’arrabbiato 660cc da 100cv, la RSV660, la Tuono 660 e la Tuareg 660. Suzuki aveva già completato la sua gamma basata sul suo frontemarcia da 776cc e 83cv su la GSX-8R e 8S o naked, Benelli con la TRK 702 e la Leoncino 800, Yamaha con la nuova Tenere 700, la Tracer 700, la MT-07, la R7 e la XSR700, KTM con il suo 790 e 890. La lista è davvero lunga e rappresenta una “moda” costruttiva che tiene bassi i costi di produzione e che permette di sfornare comunque belle moto, come nel caso soprattutto per qualche casa come Aprilia e Yamaha con la Ténéré 700, o della KTM 890 SMT, dotate della cavalleria giusta per divertirsi per strada, o viaggiare bene, e con dotazioni interessanti.

Ma qualche fuoripista interessante lo abbiamo visto a EICMA, come il nuovo bicilindrico di Ducati, nato proprio per fare da multipiattaforma lì in mezzo, un piccolo concentrato di buona ingegneria, un V di 90° che strizza lontanamente l’occhio alla tradizione, visto la mancanza del blasonato desmodromico. 5kg più leggero, Erio 5+, a fasatura variabile, fino a 126cv. Nello stand Eicma erano già esposte la Panigale V2, la Streetfighter V2 e potranno arrivare numerosi modelli da Borgo Panigale grazie alla nuova motorizzazione. Non molla invece Moto Guzzi, a Mandello, o a Pontedera, sanno bene che il valore sta in quello splendido V di 90 gradi trasversale, parte integrante dell’estetica della moto. Nello stand Moto Guzzi facevano bella mostra le medie basate sull’850, la nuova V7 con forcella rovesciata e doppio disco, ma anche la V85TT, ormai diventata un evergreen, una moto così equilibrata da far concorrenza a quella tedesca maestra di armonia stradale. Poi arriva il nuovo 1000, sulla Stelcvio e sulla V100, ma questa è un’altra storia, un’altra bella storia. 

Moto Morini e Moto Guzzi: il bicilindrico a V, da motore comune a scelta esotica

Spicca però su tutto questo turbinio di moto dalla cilindrata giusta, dallo standard degli standard, un marchio a trazione italiana, ma con capitale dell’estremo oriente: Moto Morini. Una scelta che potremmo affermare azzardata per quel tipo di azienda, niente frontemarcia economico, ma un bicilindrico a V di 90, sia per il medio che per la grossa cubatura. Ancora intoccabili i nuovi modelli che già fanno bella mostra sul sito, ma la linea della nuova Corsaro fa chiacchierare la gente, fa innamorare i motociclisti. Naked, toruring e naked, con un design per niente banale, con V90 di 749cc che con i suoi 96cv promettono tanto divertimento per strada. Questa Corsaro Sport è il coraggio che è mancato a Suzuki e KTM con i loro rispettivi bicilindrici a V? Di grande impatto anche la versione GT, una Multistrada V2 con un prezzo più competitivo? Non sorprende ovviamente la scelta dello stesso schema per il bombardone 1200 della x-Cape. Ben fatto

L’epilogo di questo EICMA non poteva che ricordare perché è reale questa varianza di genere. Ve le ricordate le sportive di una volta? Non le 996, 998, le VTR o le RSV1000. Dico quelle con cui tutti andavamo in giro anche per 600km con tipa seduta dietro? Beh magari la tipa dietro non ci sta, ma due nuove e inquietanti sirene hanno fatto capolino a EICMA 2024. La prima è la Yamaha R9, il tre cilindri CP3 Yamaha che equipaggia la MT-09, gran moto di grande sostanza, era già comparso sulla XSR900GP, ma ora sarà anche il cuore di una supersportiva nuova, non messa insieme alla buona, ma una moto nuova, nel telaio, nella ciclistica, nell’estetica. Ma in quel range di cavalli, 119, di prezzo, 13 e mezzo, e di peso 195kg, che la rendono una perfetta sportiva stradale. 

Insieme a lei arriva la versione stradale della KTM 990RC R, comparsa lo scorso anno a solo uso pista era normale che evolvesse verso una versione targabile. Estetica e grinta topo, faro minimal, carena con pancia sottocarena che ricorda le moto che corrono nei mondiali. La muove il bicilindrico frontemarcia LC8c Euro 5+ con 128cv, probabilmente la regina di questo nuovo trend di sportive concrete, di sportive uso strada. La flotta è ormai nutrita, Yamaha R7, Aprilia RS660, Honda CBR650RR, Suzuki GSX-8R, Triumph Daytona 660 con il suo tre cilindri da 95cv. Bentornata moto sportiva, bentornata sulla strada.

Le vere special di EICMA 2024? Fantic e MV Agusta, specialità italiane

La punta di diamante di questa nuova apparizione in EICMA però è stata una piccola italiana, del tutto inaspettata. L’ha portata Fantic Motor, una casa italiana che è rinata dalle cenere, rimasta italiana, con piglio italiano, senza contaminazioni orientali. Fantic ci ha portata questa Imola 500, una creatura dallo style esuberante, sorprendente, che ci riporta alle 125 da sparo, quelle a due tempi che ci hanno strappato il cuore. La Imola 500 è un monocilindrico da 460cc della Motori Minarelli con 45cv, impressione il design, la cura dei dettagli, la qualità del forcellone, delle piastre in alluminio del telaio, e dell’aspetto da vera moto da pista. E’ lei la regina del salone, non c’è dubbio.

Chiudiamo citando la casa che riveste il ruolo di regina inattaccabile, per design emotivo, per concetto di estrema ricerca del gusto e per aura inavvicinabile. KTM l’ha relegata un po’ in un angolo, ma MV Agusta resta l’icona che ci ammaglia con le sue creature dal gusto squisito. Che sia la nuova Brutale, la Rush, la Superveloce o la nuova Enduro Veloce, MV Agusta resta il santo graal posto là, alla fine del luno cammino dell’EICMA.

E voi? Avete trovato la vostra prossima moto?

 

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