Categoria: Biker World


"Sono stati gli italiani a fare la parte del leone, nonostante alcune proposte giapponesi di tutto rispetto"

Un tuffo dove il mare è più blu. Questo potrebbe essere la frase che ci ronza in testa pensando al tuffo nel mare di ruote, bielle, pistoni, freni, telai e tutto quanto si poteva vedere in giro per quella che doveva essere la fiera della ripresa. Nonostante si siano visti molti marchi tornare in fiera, molti altri non li abbiamo trovati, e questo ci è molto dispiaciuto, specialmente per quelli italiani.
Si perchè se proprio dobbiamo dirla tutta sono stati gli italiani quest'anno a fare la parte del leone. Nonostante alcune proposte giapponesi di tutto rispetto, MVAgusta con F3, Ducati con Diavel, Aprilia con la RSV4 APRC e la esagerata CR&S Duu hanno catalizzato il nostro sgardo.

Europa
Insomma questa Italia che arranca nel mondo motociclistico sembra voler fare un po da traino con proposte che stuzzicano il palato dei motociclisti dal palato fine, il resto dell'Europa poi non è da meno e marchi come BMW e Triumph hanno messo in campo tutta la loro potenza di fuoco. BMW ha presentato la sua tourer a 6 cilindri, K1600GT, che nel vederla dal vivo ci ha dato davvero la sensazione di essere una nave da viaggio, assolutamente allineata alla filosofia che anima Honda con il suo Goldwing. Davvero importatnte il ponte di comando e a vista ottimo il livello delle finiture. Non bellissimi i terminali di scarico, si poteva osare un po di più. Triumph invece ha confermato tutte le aspettative con il nuovo Tiger 800, bello e decisamente declinato all'uso, o alla fantasia, fuoristradistica. Non da meno il nuovo Speed Triple e la versione R della 675, che dopo qualche anno rimane ancora una delle supersport più accattivanti.

Italia
Tornando alle italiane invece lo stand MV Agusta era un vero e proprio santuario di pellegrinaggio, con la gente che faceva la fila per entrare nella stanza dove come unico oggetto era esposta "la creatura", la F3. Cosa possiamo dire? La solita cura maniacale MV che fa sembrare qualsiasi altra sportiva quasi... banale, snella e compatta come le attuali supersport, ma con eleganza che ad altre produzioni sportive sfuggono. 
Ducati invece è stata prolifica di nuove versioni più che di novità. A parte la massiccia Diavel che la faceva da padrona nello stand, tutto intorno cappeggiavano le nuove versioni 1198SP, 848Evo, Monster 1100Evo e nuove colorazioni di modelli già in produzione. Il Monster 1100 Evo non sappiamo se sarà il canto del cigno della gloriosa serie che ha dato il via al successo di mercato delle naked odierne, ma anche nell'ultima declinazione continua a sembrarci la vera essenza della motocicletta. La Diavel sinceramente dobbiamo ancora capirla, dal vivo ci è sembrata davvero fuori dagli schemi, come unico riferimento ci viene in mente la V-Rod, e forse il mercato a cui punta Ducati è proprio quello.
Lo stand Aprilia era probabilmente il più frequentato. La RSV4 campione del mondo superbile ha attirato come una calamita gli sguardi e la fantasia dei motociclisti che sognano di aver la moto di produzione più veloce al mondo, ed è stata avvistata un po ovunque negli stand dei produttori di componentistica pregiata, segno che si è guadagnata un posto notevole nel gradimento dei motociclisti, non molte moto si possono permettere di fare da testimonial ai sogni e alla fantasia. Per chi comunque nutrisse dei timori reverenziali, Dorsoduro 1200 e la nuova Tuono ci sono sembrate ottime alternative per quache scossa di adrenalina, anche se la nuovo Tuono ci è sembrata meno estrema e meno scenografica della vecchia versione.

Giappone
Le giapponesi si sono comportate invece in maniera abbastanza disomogenea.
Kawasaki ci è sembrata la più attiva e ha deciso di attaccare su tutti i fronti con moto di sostanza. La nuova ZX10R è davvero una moto da pista con targa e fanali, impressiona la dinamicità della linea caratterizzata dal frontale molto pronunciato. La rinnovata Z750R resta la capostipite, probabilmente inarrivabile, di un nuovo trend di design e la davvero azzeccata Z1000SX, che come ci hanno spiegato in Kawasaki è stata pensata per anticipare la tendenza di mercato post naked, che vedrà le sport tourer riprendere la leadership. Attendiamo solo di vedere una endurona da viaggio in qualche sfumatura di verde, e il gioco è fatto.
Le altre hanno abbozzato una timida difesa a questa crisi di mercato.
Honda ha presentato quella che sembra essere l'erede del Varadero, la Cross Tourer, una endurona da viaggio in stile GS e Super Tenerè, che offrirà una valido cambio ai varaderisti che non vogliono abbandonare la casa dell'ala dorata. Non azzeccatissima la Cross Runner, che ci sembra strizzare l'occhio al Multistrada ma con meno grazia. Accogliamo con favore il rientro del CBR600F, giusto per confermare la tendenza di mercato, con finiture sicuramente migliori di quelle della Suzuki GSX600F.
Presente anche la CBR 250R esteticamente accattivante, ma probabilmente di scarso interessesse commerciale almeno in Italia.
Suzuki ha portato le novità annunciate, GSR750 e GSXR 600 e 750. Tutte ci sono sembrate assolutamente all'altezza di quanto visto in foto, anzi il Gixxer anche meglio. Ci sembra ancora incredibile la scelta di quel forcellone sul GSR, se raffrontato a quello davvero bello dell'FZ8... Il resto della moto però è molto azzeccato.
Yamaha invece non arriva con particolari novità. Un po' di rinnovamento sui modelli di punta, ma il botto lo aveva già fatto con l'FZ8 e con il Super Tenerè che in effetti erano le regine dello stand.

La Duu
Un capitolo a parte va aperto per la CR&S Duu. La stretta di mano "vigorosa" del suo patron Roberto Crepaldi ci è sembrata la cosa più nitida dell'insieme perchè la moto è quanto di più vicino all'incredibile un motociclista potrebbe mai immaginare. Ogni linea, ogni tratto, ogni parte meccanica, ogni particolare è talmente esagerato e nello stesso tempo armonico nella linea della moto, che ci si ritrova a guardarla dall'inizio alla fine per poi ricominciare in un circolo senza fine. Senza ombra di dubbio ci viene da pensare che starebbe benissimo in un film ambientato nel futuro, perchè concilia un'idea classica dell'impostazione della moto, con dettagli dal disegno futuristico che invecchieranno tra molti anni. Butterei via la mia sportiva per una Duu? Senza pensarci un attimo.

Nelle prossime puntate le "special", il lato "femminile" dell'EICMA e abbiglaimento e accessori.

Alla prossima.

 

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