Finalmente siamo riusciti a partecipare alla 1000 Sassi, un evento adventouring che dopo la prima edizione pilota ha collezionato tre edizioni con appunto questa che è a tutti gli effetti la quarta.
Un successo crescente che è arrivato al ragguardevole numero di 390 iscritti per l’edizione 2024.
Un evento organizzato dal Moto Club Motolampeggio, con sede a Roma, che è anche organizzatore dello storico 20000 Pieghe e del Trofeo Italiano Amatori, tutti sotto l’egida della FMI.
Una proposta che va quindi dalla velocità in pista al turismo su strada, fino al fuoristrada della 1000 Sassi.
Tre le possibilità di partecipazione: Explorer – Smart – One Day, rispettivamente di tre, due e una tappa di circa 240 chilometri ciascuna.
Tre anche le categorie di moto partecipanti, dalle moto moderne (Monocilindriche e/o bicilindriche dal peso uguale o superiore ai 150kg) alle Vintage (Monocilindriche o bicilindriche con almeno 20 anni di età e di qualsiasi peso.) e alle Storiche (Monocilindriche o bicilindriche con almeno 30 anni di età e di qualsiasi peso.); per queste ultime due categorie, insieme alle moto da “Rally” una premiazione speciale riguardo al prestigio del modello e alla conservazione della stessa, insomma la più bella.
Tutto per uno sviluppo dei percorsi che seguono la filosofia dell’adventouring, quindi moto-turismo non competitivo, autorizzato dalla Federazione Motociclistica Italiana, con una percentuale del 25-30% su asfalto e del 70-75% su strade sterrate, dichiaratamente di livello facile e adatto anche ai grossi bicilindrici.
Il tutto condito con un sapiente mix di storia, cultura, cucina e ovviamente natura, quella da attraversare in fuoristrada alla scoperta del territorio.
Quest’anno come punto di partenza e arrivo Orvieto con il suo storico centro con punti nevralgici Piazza Cahen, Piazza del Popolo e la prestigiosa Piazza del Duomo.
Da Orvieto quindi si sono snodati i tre percorsi che hanno interessato l’alto Lazio, l’Umbria e la bassa Toscana; nella prima tappa si è puntato decisamente a Nord andando a toccare tra le altre Tavernelle, Panicale, città della Pieve. La seconda tappa invece si spostava verso Nord-Ovest sfiorando il lago di Bolsena e su verso Acquapendente per poi spostarsi verso Fabro e riscendere verso Orvieto. L’ultima tappa invece scendeva verso sud con un giro ad anello con punto più lontano allo storico borgo di Vitorchiano che è stato anche coinvolgente location per uno dei ristori di metà tappa.
Tre percorsi che hanno rispettato un crescendo di difficoltà rimanendo ampiamente nella fattibilità anche con le maxi enduro, dove qualche tratto impegnativo era abbinato a lunghe, veloci e panoramiche strade bianche o sentieri sottobosco tutti da guidare con scioltezza.
Sicuramente il punto di forza di questa edizione è stata la natura che si è mostrata nel suo splendore con i campi di grano alternati a ulivi, boschi e ordinati vigneti che esprimevano ordinatamente tutte le sfumature di verde interrotto solo dalla presenza di qualche borgo arroccato, alcuni cascinali e macchi dei rossi papaveri.
Precisa l’organizzazione che ha scelto come punto nevralgico la Piazza del Popolo con il Palazzo del Capitano a fare da teatro per i Briefing di arrivo, tenuto da Daniele Alessandrini, e cena di benvenuto. Una location davvero elegante e raffinata.
La storia della città a contrasto con la modernità e i colori delle moto che l’anno riempita nei giorni dell’evento.
Oltre alle tracce GPX fornite dall’organizzazione anche una maglia da fuoristrada griffata 1000 Sassi e il set adesivi con numero di partecipazione.
Completo anche il servizio di assistenza meccanica e di recupero mezzi, ma soprattutto quello legato alla sicurezza con il tracciamento di tutti i partecipanti tramite APP WHIP LIVE, 3 ambulanze, di cui 2 4X4, e due medici rianimatori in moto.
Servizio di assistenza Pneumatici curato da Metzeler che ha riservato una scontistica particolare agli iscritti, come del resto NOS Helmets.
Non male come copertura, degna dei migliori organizzatori di eventi.
Indubbiamente il meteo ha arriso questa edizione lasciando una finestra di sole per i tre giorni con un piccolo scroscio di pioggia il sabato che non è riuscito a guastare la festa dei partecipanti, un clima non caldissimo, insomma perfetto per guidare su percorsi selezionati con attenzione e quindi con poco traffico veicolare.
Tracce che sulla carta sembravano lunghe con gli oltre 200 chilometri giornalieri ma che vista la tipologia dei percorsi molto scorrevoli ha permesso di rispettare gli orari di massima previsti.
Un evento davvero riuscito, capace di soddisfare i più capaci permettendogli di esprimersi in sicurezza e allo stesso tempo mettere i meno esperti in condizione di mettersi un po’ in gioco alzando la personale asticella senza rischi particolari.
Lungo le tracce abbiamo trovato un po’ tutte le tipologie di terreno e di pendenza senza che queste possano davvero impensierire confermando la 1000 Sassi come un’ottima porta di accesso all’Adventouring anche per chi è alle prime esperienze.
Diversi i gruppi partecipanti provenienti da tutt’Italia e nazioni limitrofe, tra cui gli Amici di Motor Bike Expo che si stanno preparando per lo Swank Rally di Sardegna, le ragazze del progetto "Dal Tacco al Tassello" di Adventure Riding e il Kerosene Racing Team che ha portato alla partenza ben 12 soci.
Non ci resta che aspettare l’edizione 2025 della 1000 Sassi e/o nel frattempo partecipare agli altri eventi, magari la 20000 Pieghe, organizzati dal Moto Club Motolampeggio che trovate sul loro sito
FOTO DI FOTOGRAFICA SESTRIERE
DAL TACCO AL TASSELLO
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GALLERY
LA PARTECIPAZIONE AMOTOMIO
La nostra prima volta e per non essere soli ci siamo fatti accompagnare da due lettori, ormai amici a tutti gli effetti, che sono Mario e Andrea Balzarini (Padre e figlio) con cui abbiamo condiviso il viaggio in furgone e tutte l’esperienza del fuoristrada.
Loro con le Yamaha TT700, mentre noi abbiamo preferito l’agile e leggera Honda CRF300L, casa tra l’altro sponsor della manifestazione, che abbiamo attrezzato con accessori Acerbis, Ariete e Enduristan Italia.
La nostra piccola Honda a dispetto dei suoi pochi cavalli ci ha portato ovunque con facilità. Leggera, agile, insomma una moto azzeccata per chi vuole divertirsi senza fatica, per chi non ha pruriti prestazionali.
I ridotti consumi e il serbatoio maggiorato da 14 litri ci ha permesso di finire tutte le tappe con ancora molti litri a disposizione.
Motore elastico, sei marce rapportate corte, con una sesta leggermente più lunga, e una frizione morbida e ben modulabile ci ha concesso di trarci di impaccio in tutte le situazioni.
L’unica elettronica presente è l’ABS, escludibile con un tasto al posteriore, ma a dire il vero visto il nostro stile di guida rilassato e tranquillo l’abbiamo lasciato inserito senza che questo ci abbia mai messo in difficoltà con interventi troppo invasivi.
Avremmo preferito una sospensione posteriore più frenata soprattutto nel ritorno e magari delle gomme un po’ più specialisti che delle IRC di serie che in qualche situazione hanno mostrato la corda.
Per la navigazione ci siamo affidati al GPS Garmin Montana 700i.
Per l’abbigliamento ancora una volta Clover è stato al nostro fianco con la giacca Dakar-2 WP, i pantaloni Light-3 Pro e i guanti Airtouch-2. Casco LS2 X-Force e Maschera Ariete 8K per proteggere testa e occhi.
Stivali Alpinestars Toucan Gore-Tex e intimo SIXS sotto tutto.
Non ci resta che mettere in calendario la 1000 Sassi anche l’anno prossimo.