Se il motociclismo è di per se uno sport individuale, se tralasciamo i sidecar, è altrettanto vero che lo stesso essere motociclisti è un elemento, salvo rari casi, un elemento sociale.
I Moto Club, i gruppi spontanei, più o meno strutturati, o semplicemente gli amici che escono insieme in moto si possono considerare, allargando la definizione del termine, essere considerati una squadra.
Un numero di elementi, superiore a uno, che concorre attivamente, ognuno con le proprie competenze e abilità, a perseguire il fine comune che spesso nel nostro mondo è semplicemente andare in moto con piacere.
Una volta stabilito il fine comune la squadra si attiva, si confronta, decide insieme ruoli e strategie e quando questo funziona il risultato è il migliore ottenibile.
Questo vale anche tra amici, vale nelle collaborazioni, nelle occasioni dove l’unione fa la forza o meglio l’unione fa la squadra.
Sarà la mia deriva sportiva di insegnante ma le collaborazioni sono sempre proficue, gli esempi non mancano nel nostri piccolo mondo editoriale, abbiamo degli amici dove c’è chi scrive e chi disegna, abbiamo fotografi che aiutiamo mentre ci aiutano, abbiamo colleghi con cui creiamo progetti condivisi.
Realtà che vanno oltre i personali interessi ma che comprendono che il risultato di una collaborazione può essere migliore dell’individualità, dove il volano messo in moto produce molta più forza duratura.
Certo ci vuole intelligenza, ci vuole rispetto, costanza ed onesta; un sottile gioco di equilibri fatto anche di piccole rinunce e capacità di mettersi a disposizione.
Procurarsi quindi anche vantaggi e successi personali insieme, invece che a scapito degli altri.
Trovare quello che unisce anziché quello che divide, puntare all’obbiettivo comune, condiviso, senza gelosie ed egoismi, una bilancia di contenuti e impegno che oscilla restando sempre però alla fine in equilibrio. Non importa quanto si mette sul piatto, ma la qualità, quel piccolo contributo che a volte è anche solo esserci, che stabilizza.
La squadra fatta di persone che funziona solo se c’è questo equilibrio, se anche solo un pezzo cede, molla, tradisce, rema contro ecco che la magia si rompe ed in gioco è finito.