A partire dal 7 marzo saranno gradualmente attivati, su 26 nuove tratte, i dispositivi nuovi Tutor 3.0 installati nei mesi scorsi sulla rete autostradale gestita da Autostrade per l’Italia.
Automaticamente sui social sono fioriti commenti di disappunto, critica e maledizione verso chi ha deciso di allargare questo strumento di controllo che forse è tra i meno oppressivi.
Certo alcune critiche legare al fatto che magari l’investimento nella manutenzione stradale sulle nostre martoriate autostrade sarebbe stato più opportuno, magari anche una maggiore presenza sul territorio di pattuglie a controllare più che la velocità la condotta di guida che molti utenti della strada ritengono assolutamente fantasiosa e personale oltre che essere ben più pericolosa dei puri km/h.
Già Km/h che alla fine sono degli onesti 130 che poi alla fine pochi non sono, certo in alcuni tratti portare il limite anche a una ventina di chilometri orari in più non sarebbe un problema, ma questa è un’altra storia.
Ma al di là dei limiti, chi protesta per l’introduzione di questi nuovi Tutor forse non si rende conto che intanto questi stessi sono ben segnalati nei tratti dove sono e saranno attivi, e inoltre la loro posizione è ben pubblicizzata rendendo davvero difficile a meno di volerlo, o di davvero esagerata distrazione, prendere la multa.
Sicuramente un comportamento ben più corretto del fantasioso, spesso volontariamente penalizzante, posizionamento dei vari Autovelox, fissi e mobili, che diventano vere ingiustificate trappole per gli utenti dove con la scusa della “sicurezza”, si sistemano le casse.
La parola sicurezza dovrebbero andare a braccetto con prevenzione cosa troppo spesso ben rara, ma anche questa è un’altra storia.
Alla fine i Tutor sono quelli che dovrebbero preoccuparci di meno, ci piacerebbe si pensasse maggiormente alla vera prevenzione e controllo di comportamenti scorretti e/o pericolosi, ma questo dipende anche da noi stessi utenti.