W l’Italia
Categoria: trafiletti

Ti svegli in una mattina di Primavera, di quelle sbagliate, dove il freddo è ancora intenso e i caloriferi sono accesi.


La neve è scesa ancora fino a bassa quota, insomma quel piacere che la bella stagione dovrebbe dare con i primi raggi caldi del sole sembra lontano.
Son stati giorni freddi e piovosi, eppure stamattina il sole fa l’occhiolino tra le nuvole che vanno e vengono, si rincorrono con diverse tonalità di grigio che non promette bene, ma la palla di fuoco è un richiamo troppo forte per chi ha la giornata festiva a disposizione per fare un giretto in moto.

E’ il 25 Aprile, una data importante per la storia d’Italia, si sente la banda del paese che suona in piazza, bandiere tricolori che sventolano dai balconi, si respira orgoglio italiano vero o finto che sia, parole o fatti in egual misura, ma la data ci fa ricordare il valore della nostra bandiera.
Allora decidi che anche la moto deve essere quella giusta, Italiana e con quello stile e esclusività che solo la nostra lunga penisola sa esprimere, arte, genio, tecnologia, insomma il senso del bello.

Lo so sono di parte, ma ritengo che tra le tante belle moto italiane la MV Agusta F4 sia una delle espressioni più alte del motociclismo mondiale.
Sono mesi che è ferma sui cavalletti; via il telo, un controllo alle gomme e possiamo dare vita al 4 cilindri che fa sentire la sua voce attraverso le iconiche “canne d’organo”.
Dentro la prima, cerco le pedane che sono tanto indietro di come mi ricordavo e mi aggrappo ai semi manubri che invece sono molto più in basso, non sono scomodo, semplicemente non più abituato alla posizione delle Iper-sportive.

Il quattro cilindri spinge, allunga, con quelle marce che sembrano infinite come la salita del numero di giri, mi torna in mente la prima volta che l’ho guidata, ormai 22 anni fa, la sensazione di stabilità, di guidare impugnando il perno ruota anteriore tanta è la precisione.
La moto sfila veloce fendendo l’aria e nelle curve ha quella insana voglia di piega esaltata dalle Pirelli Diablo Rosso IV, sono io che devo ritrovare il ritmo, l’abitudine di guidare con il corpo.

Lei fa esattamente quello che vuoi, ma pretende che si fatto con decisione; una guida tipica delle moto sportive della fine del secolo scorso, tanto diversa dalla più “facile” delle attuali sorelle del settore, dalla ciclistica all’elettronica che mettono sicuramente più a proprio agio il pilota.
Mi devo ricordare che non c’è ABS, Traction Control, nulla, insomma non devo esagerare, ma tanto non è nel mio stile di guida, devo solo pensare a fare un giretto.

Chilometro dopo chilometro il piacere della guida torna come una volta, non sembrano passati più di due decenni per entrambi, e il giro si allontana sempre più da casa, si allunga a cercare ancora strada da fare.

Mentre guido faccio mente locale sul mio abbigliamento e mi accorgo che involontariamente è tutto Made in Italy…perfetto!

W l’Italia

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