Categoria: trafiletti

Un suono metallico scandito da espansioni di moto a due tempi, profumo di olio bruciato e macchie di colore che riempiono la collinetta in un susseguirsi di saliscendi, curve e cunette.
Cavallette impazzite che saltano per poi atterrare poco più avanti e sfuggire con una scarica di cavalli e di terra sparata dai tasselli.


Questo è quello che mi è apparso appena attraversato il cancello della pista di Malpensa.
Poi un paddock ordinato ma chiassoso fatto di moto e personaggi con qualche anno in più sulle ruote e sulle spalle!
Da qualche tempo ero curioso di seguire le gesta atletiche di un amico che dopo vent’anni ha deciso di lasciar cadere quel chiodo a cui aveva appeso il casco agonistico per riprendere in mano la sua Honda CR250 classo 1987 e ricominciare a correre.
Infatti, partecipa al campionato Italiano e Regionale Lombardo di Cross d’Epoca.
In realtà ha ricominciato l’anno scorso ma solo oggi mi sono avventurato in un mondo, quello del tassello, che non conosco.
Un mondo fascinoso fatto di fatica e fisicità con, in questo caso, un gusto nostalgico di quel passato, più o meno recente fatto di moto che hanno fatto la storia del Motocross.
Le giapponesi che stavano arrivando in Europa, dopo aver invaso l’America, ma soprattutto le Europee KTM, Montesa, Puch, Maico, ecc.
Ampia presenza delle nostre Italiane SWM, Ancillotti, Beta, Fantic, Cagiva, ecc.
Non un’esposizione statica ma moto che venivano spremute sulle salite e sul “Ciglione” della Malpensa alla faccia delle decine d'anni passate da quando sono uscite dalla fabbrica.
Alla guida piloti che spesso le guidavano a quei tempi e che non hanno mai smesso di dedicarsi a questo mondo, oppure, altri che dopo anni di stop per vari motivi ritrovano lo spirito e la voglia di indossare casco e stivali per lanciarsi di nuovo nella mischia.
Tra questi anche Roberto che, celati i bianchi capelli nel casco in perfetto sile anni '80, è pronto come un tempo a dare gas, basta incrociare lo sguardo per scoprire che passano gli anni e forse quel casco al chiodo davvero, dentro di lui, non l’aveva mai appeso.

Flap

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