Categoria: trafiletti

“E tirai le marce verso il mare e verso Ferragosto…” così cantava Minghi nella sua Anni 60.
Io sono figlio degli anni ’60, della prima metà, quando ancora le moto erano al massimo 500cc e queste erano le Maxi di allora.
Sono arrivato all’età del motorino quando cominciavano ad arrivare i primi cinquantini “Moderni”, quelli che ancora oggi ricordiamo e/o conserviamo gelosamente nel box.


Quei Garelli e Ciao che cercavamo di far andare più forte di nascosto dai genitori che spesso fingevano di non accorgersi finché il vigile del paese non ci accompagnava a casa con conseguente ferrea punizione che durava fino alla volta successiva.
Fumosi 125 a due tempi che facevano sognare con i loro 18 cavalli spompi che però nella fine degli anni ’80 resistevano e scaldavano il cuore finché non arrivarono le Zundapp e le Laverda 125 a spostare tutto più in alto.

Anni in cui rischiavamo la vita ancora con il vento tra i capelli e l’incoscienza di protezioni inesistenti.
Cominciava a cambiare il mondo della moto, le giapponesi degli anni ’80 erano potenti, veloci e affidabili, bastava una “Media” di 550 cc per sentirsi grandi quando si cominciavano a sognare le 750 e poi le 1100 che ormai sulla soglia degli anni ’90 erano il riferimento.
Sempre più grosse, sempre più potenti e sempre più pronte a colpire al cuore chi da studente o da appena assunto poteva solo guardarle in vetrina.
Le Enduro erano l’altra faccia del mondo, leggere monocilindriche che subendo la smania di prestazioni e di viaggi hanno aggiunto un cilindro al motore, qualcuno di fianco, qualcuno opposto e altri a V creando le attuali Maxi tassellate che fanno da padrone su strade e nelle vendite.
Ora siamo tornati alle Naked, insomma le moto di una volta di quegli anni ’60 che sul confine del decennio successivo avevano null’altro del necessario.
Nell’era dell’elettronica, dell’ABS, del Traction control e delle mappe motore ci troviamo a giocare con vecchie due ruote ricercando un passato emozionale.
In fondo in mezzo secolo si scopre che null’altro è che un ciclo vitale di passione che segue una logica non scritta ma che viaggia su due ruote a piccoli colpi di gas.
Quello che non cambia è il nostro “Tirare le marce” verso chissà quale futuro….

Flap

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