Categoria: trafiletti

L'Italia che non cambia

La crisi è finita, la crisi non è finita. L'Italia è fuori, l'Italia è dentro. Chi vive nel mondo reale, e non nei salotti buoni della televisione o nei salotti bene della grande industria dove il benessere di alti dirigenti è l'ultima cosa ad essere toccata, sa che le aziende piccole e medie italiane stanno ancora soffrendo, molto.
A noi Italia piace scriverla proprio con la I maiuscola, e a noi piace ancora vedere sull'etichetta il mitico Made in Italy, quello sano, quello che vuol dire qualità e passione. Io personalmente giro ancora l'etichetta di ogni capo, motociclistico o meno, o cerco sui prodotti il "Made" per sapere se è fatto in Italia, in Europa, nell'est, nel bacino mediterraneo, o in qualche altro angolo sperduto del mondo.


Dove sta il problema? Qual'è la mia sofferenza? E' entrare in un grosso dealer e sentire dall'addetto al vestiario e agli accessori che sta rinunciando a tutti i prodotti italiani, non per il prezzo, ma per il cattivo servizio post-vendita delle aziende. Sentire frasi come "alla XXXX e alla YYYY ho telefonato 20 volte e non esiste un addetto ai problemi post vendita", "dai caschi della ZZZZ ho smontato 8 caschi per aggiustare i caschi dei clienti perchè non riesco a ottenere i ricambi, è venuto anche l'amministratore delegato, ha fatto finta di prendere l'ordine e poi niente". Mentre "alla CHANG e alla YANG (pseudonimi per due case coreane esistenti) se mi si rompe un particolare bastano 2 giorni dall'ordine, qualsiasi particolare, piccolo o grande". (la XXXX, YYYY e ZZZZ sono aziende italiane importanti)
Forse l'avvento di internet ha confuso tutti, aziende comprese, ma il motociclista non compra sugli spot dei giornali ordinando su internet, il motociclista va ancora dal dealer, e se il venditore sa fare il suo mestiere, esce con il prodotto consigliato, di marca molto probabilmente differente.
Questa è l'Italia che non cambia, di aziende che fanno prodotti tecnologicamente avanzati per grandi capacità imprenditoriale, ma che poi si arenano nell'incapacità di organizzare credendo che per sopperire basti tanta buona volontà propria o dei propri dipendenti.
Questa è l'Italia che paga stipendi e benefit da capogiro ai manager, ma non spende uno stipendio da impiegato per una persona che organizzi un servizio importante come i rapporti con il cliente. Questa è l'Italia capace di produrre qualità con pochi euro in più rispetto ad uno delocalizzato, ma che è convinta che con la furbizia, con la toccata e fuga, si riesce ancora a stare a galla.
Peccato però, che con pochi euro in tasca, chi li spende è meno disposto a sorvolare sulle mancanze,di qualità o servizio.
Oggi a galla non si sta più. Oggi è ora di cambiare.

 

Wolf

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