Categoria: trafiletti

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Prof. Dotta

Eccezion fatta per qualche mente eccelsa, non ricordo con simpatia i professori delle superiori; vuoi per un odio atavico verso la scuola, vuoi perché in gioventù ho incrociato personaggi, magari meteore di un solo anno, che tutto potevano essere definiti tranne che "insegnanti" o peggio "educatori".  Ci si limitava svogliatamente a cercare di imparare a memoria un brano di lezione mal spiegata da ripetere come pappagalli per scappellare un "6", salvo dimenticare tutto l'istante dopo al suono della campanella inforcando il fido motorino per correre lontani.


Lontani dalla scuola, lontani dai doveri, lontani dalla noia di chi non ti sa coinvolgere, non ti sa spiegare nulla, anche lui stanco di una cattedra precaria e da uno stipendio così-così. La vita però è strana e a 40 anni tondi mi ritrovo ancora ad incrociare quelle due parole professore+motorino. Sembrano passati secoli da quando poggiavo il culo su di un banco (ancora con il buco per il calamaio) e la mente invece era fuori in cortile. Con le mani sporche di Attack a costruire un fottuto modellino in balsa che non ne voleva sapere di stare insieme, di stare in piedi.
Con questi ricordi in tasca, incrocio nel 2014 un "professore", speciale che rientra nella categoria rara delle "menti eccelse"; una persona che oltre a padroneggiare l'italiano (inteso come lingua ormai dimenticata anche da chi insegna) è un illuminato, o forse un pazzo. Sicuramente ai miei occhi un genio.
Sì perché un "prof." che coinvolge i suoi alunni in un progetto vero, grosso, scala 1:1 che funziona davvero e va a miscela al 2% non può che essere un genio. Lui il pilota i suoi studenti la squadra corse divisa come in quelle serie, c'è chi sta "in fabbrica" e chi gira i circuiti del ranking "ferraglio".
Il Prof. dice di non essere arginabile, intanto guida un mezzo a volte non proprio affidabile, e gli brillano gli occhi mentre lo fa. Si diverte certo, dove sta scritto che non deve farlo? Ma è orgoglioso dei suoi ragazzi, un manipolo di "giovani leve" strappate per qualche ora, (finalmente) agli "smartfon" alla "pleistescion".
Un pezzo di "futuro" cui insegnare l'entusiasmo, la sana competizione e la voglia di fare. Tutto alla fine per un bel gioco... da adulti... in quel mondo con cui questi ragazzi tra poco dovranno lottare con il coltello tra i denti... e magari una brugola in mano.
Grazie "Professore" !!!!!

Fagna

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