Mezzo week end da assoluto protagonista, pole e Sprint Race e poi tradito da una gomma, Pecco Bagnaia crea nuovo scompiglio in Malesia, la MotoGP è confusa e i social... godono.
E’ una storia che lascia briciole sulla strada, una storia che forse nessuno vuole raccontare, o è tutta suggestione ed è una storia che in realtà non esiste. Ma alcune frasi, alcune dichiarazioni, lasciate lungo il cammino che porta alla fine di questa stagione fomentano sicuramente i mitici complottismi, quelle contrapposizioni che spesso sono il pepe di una storia diversamente incolore. La frase rubata al box dopo la pole di Pecco a Dall’Igna “ti ho cercato ma non eri là”, e l’ingegnere che risponde “eh sai ero al lavoro qui c’è sempre un sacco da fare”, o Pecco a Mandalika che alla domanda “la moto è ancora quella di Motegi” e Pecco replica “teoricamente si”, oppure Dall’Igna che al rientro ai box di Pecco dopo la Sprint Race di Phillip Island evita di guardarlo, i picchi da un GP all’altro giudicati strani anche da attori esterni, come Davide Brivio ai microfoni di GPOne, sono tutte briciole che creano una forte suggestione, se ci fosse mai bisogno di alimentare il fuoco del dubbio.

Resta un week end malese se non buono almeno davvero consistente di Pecco Bagnaia, che se non fosse stato per la foratura della gomma posteriore al 12° giro, almeno un altro podio lo avrebbe rimediato. Una ritrovata, improvvisa e inaspettata competitività, dovuta ad un trick durante le prove del mattino prima della pole, quei trick strani che ai tempi di Valentino Rossi venivano bollate spesso come impossibili, così come lo sono oggi per i detrattori di Pecco, che ritengono che Pecco si sia solo sbrogliato di un opprimente Marquez, o quelli di Ducati che pensano che abbiano rimesso la moto a misura di Pecco. Ce n’è per tutti, basta scegliere dove stare. Bianco o nero? Il solito mondo incolore del tifo.
La scia di briciole lasciate da Bagnaia e Ducati dove portano?
A noi resta solo la possibilità di valutare gara dopo gara in uno strano e misterioso saliscendi, con un quesito di cui non avremo mai la risposta. Ducati non potrà mai affermare con evidenze che tutto sia dovuto ad un problema psicologico di Bagnaia, come Ducati stessa, se mai verrà troverà la soluzione sullo GP25, dichiarerà al massimo “abbiamo lavorato per dare a Pecco la migliore soluzione”. Intanto un’intera stagione è andata in archivio per un pilota che ha lottato per gli ultimi quattro mondiali e ne ha vinti due, e che il prossimo anno salirà di nuovo sulla moto sviluppata per un altro pilota. Che sia arrivato davvero per Bagnaia il momento per un nuovo progetto? E non un semplice switch tra una Ducati e un’altra?

Il week end malese della MotoGP intanto ha riconfermato quali sono i piloti che in assenza di Marc Marquez potrebbero giocarsi un mondiale. Alex Marquez, Pecco Bagnaia nelle condizioni ideali, e soprattutto Pedro Acosta. In entrambe le gare sono stati questi i piloti che hanno lottato con costanza per il podio, e una riflessione va fatta per quel talento di grande spessore che è Pedro Acosta, unico pilota che oggi dimostra di avere quel qualcosa in più nell’approcciare ogni curva del circuito, quella pelo nel cercare il sorpasso in ogni momento per risalire anche gare difficili. E’ il momento per il pilota spagnolo di pensare al suo futuro, con una KTM bloccata su una prestazione insufficiente per puntare al titolo, Acosta deve pensare ad una mossa anche audace, verso un team, magari Honda, che investa pesantemente su di lui, o tentare il colpaccio con Aprilia, nella speranza che un suo interessamento liberi un Martin poco a suo agio con la casa di Noale.
Bezzecchi e Aprilia alla prova di maturazione, manca ancora qualcosa
Casa di Noale che ha vissuto un week end difficile fin dai turni di qualifica, vero spartitraffico per Aprilia e per Marco Bezzecchi, che nel suo percorso di maturazione deve sicuramente mettere questo punto di miglioramento, la gestione del traffico. Il Bez e Aprilia confermano i problemi nel gestire le partenze, spesso fagocitati dagli avversari, ai quali si aggiungono i problemi di recupero nel traffico. Questo rende le partenze in mezzo allo schieramento difficili, alle quali si aggiunge una forte difficoltà, anche con una RS-GP ormai competitiva, nel recuperare posizioni, sorpassare avversari, qualcosa che sembra sempre essere complicato. Se la Sprint è terminata con una buona sesta posizione, la gara MotoGP della domenica è risultata difficile e con un epilogo non all’altezza di una moto che vuole essere dichiaratamente vicino alla migliore. Serve un segnale forte, serve la prova di competitività a 360 gradi, forte in qualsiasi momento, in situazione ideale come in un momento di difficoltà.

Chiude così il tour in estremo oriente della MotoGP, inizia invece lo shakedown verso il finale di stagione, con qualche piccola emozione che arriva dalla Superbike. Dovremmo vedere Nicolò Bulega in sella alla GP25 di Marc Marquez nelle ultime due gare, rubando così il tempo a al campione del mondo della Superbike Toprak Ragzatlioglu, che invece salirà in sella alla Yamaha del team Pramac per i test subito dopo la gara conclusiva di Barcellona, un curioso anticipo di 2026 visto che il suo entourage ha già dichiarato che puntano a essere la miglior Yamaha della prossima stagione. C’è già del pepe per la prossima stagione.